1948: la Biennale di Peggy Guggenheim

Nel 2018 ricorre il 70° anniversario dell’esposizione di Peggy Guggenheim alla XXIV Biennale di Venezia. Una mostra ricorda l'evento entrato nella storia dell'arte.

La partecipazione della collezionista americana alla Biennale del 1948 rappresentò la prima esposizione di una collezione privata di arte moderna in Italia dopo due decenni di dittatura e la prima presentazione in Europa dopo la chiusura della galleria newyorkese e il trasferimento definitivo a Venezia.

"Io appartengo a Venezia, la mia grande immensa passione. Il mio grande amore. Mi sono innamorata di Venezia quando sono venuta qui per la prima volta. Dopo di allora non l'ho più dimenticata. Ho sempre desiderato ritornare, venirci a vivere... Ho cercato quasi tre anni la casa giusta per i quadri e per i miei cani".

Dopo l’interruzione del 1942 causata dalla seconda guerra mondiale, la Biennale del ‘48 presentò capolavori dell’Impressionismo, una retrospettiva delle opere di Picasso e una mostra nel padiglione principale dedicata ad artisti come Otto Dix, Karl Hofer e Max Pechstein rappresentanti dell’arte bollata come “degenerata” dal Nazismo.

L’esposizione delle opere d’arte contemporanea della collezione di Peggy Guggenheim offrì interessanti esempi di tutte le scuole artistiche, dal Cubismo al Futurismo, dal Dadaismo al Surrealismo, fino all’Espressionismo astratto.

Pur annoverando gli italiani Giacomo Balla, Gino Severini, Giorgio de Chirico e Massimo Campigli, la collezione comprendeva soprattutto i nomi più rappresentativi dell’arte astratta e surrealista (Jean Arp, Costantin Brancusi, Alexander Calder, Max Ernst, Alberto Giacometti, Kazimir Malevich), senza dimenticare i molti artisti americani (William Baziotes, Jackson Pollock, Mark Rothko), mai esposti al di fuori degli Stati Uniti.

Negli spazi del padiglione concesso dalla Grecia, allora devastata dalla guerra civile, Peggy espose centotrentasei opere, una ventina delle quali saranno in seguito donate a vari musei nel mondo.

Esponendo arte contemporanea, la collezione di Peggy Guggenheim:

  • si allineò perfettamente alle aspirazioni della Biennale di offrire una visione il più ampia possibile sullo scenario artistico post-bellico
  • offrì agli Europei l’occasione di scoprire gli esiti migliori delle avanguardie più recenti, e conoscere gli artisti newyorkesi che avrebbero dominato la scena artistica degli anni ’50.

La mostra

L’esposizione, curata da Gražina Subelytė, mira a ricreare l’ambiente del padiglione attraverso documenti, fotografie, lettere e una maquette che per la prima volta ne ricostruisce gli spazi e l’allestimento originario del ’48, seguito dall’architetto veneziano Carlo Scarpa, che collabora con la Biennale dal 1948 al 1972.

Non mancheranno alcune delle opere allora in mostra, oggi parte della Collezione Peggy Guggenheim, insieme ad altre in seguito donate al Museo d’arte di Tel Aviv e che dagli anni ’50 non sono più state esposte a Venezia.

Sempre in concomitanza con il 70° anniversario dell’esposizione alla Biennale, nelle sale di Palazzo Venier dei Leoni saranno straordinariamente esposte, per la prima volta negli ultimi vent’anni, tutte e undici le opere di Jackson Pollock, oggi appartenenti alla collezione.