Le fotografie sono state realizzate dai professionisti che lavoravano alle dipendenze di Publifoto: immagini che documentano visivamente un ampio numero di soggetti (Politica, Cronaca e eventi storici, Industriale, Estero, Costume e società, Cultura e spettacolo, Sport).
Vincenzo Carrese (1910 - 1981), il fondatore dell'agenzia, cercava di procurarsi fotografie su ogni evento o personaggio e immagini di repertorio in modo da poter rispondere a qualsiasi richiesta del mercato editoriale.
Le immagini dell’Archivio raccontano alcuni degli episodi cruciali della storia e della cronaca italiane e mondiali dal 1939 al 1981, anno della scomparsa del fondatore.
Nel mirino - L’Italia e il mondo nell’Archivio Publifoto 1939 - 1981
Al Centro Italiano per la Fotografia di Torino Camera (via delle Rosine 18) una mostra aperta fino al 7 luglio 2019 consente di analizzare il rapporto tra fotografia e carta stampata e di riscoprire un’estetica che ha influito sulla percezione popolare e che ha inciso sull’idea stessa di comunicazione e giornalismo nel secondo dopoguerra.
Mezzo secolo di eventi raccontati attraverso circa duecento immagini realizzate dai fotografi dell’agenzia fotogiornalistica più importante del paese che sono divenute parte integrante dell’immaginario collettivo del XX secolo (Fedele Toscani, Tino Petrelli, Peppino Giovi, Carlo Ancillotti, Carlo Peter, solo per citarne alcuni).
Publifoto
Vincenzo Carrese fonda l’Agenzia Publifoto a Milano nel 1937. Nel 1943 l’archivio viene bombardato; finita la guerra, nel 1945 Carrese recupera e riordina 10.000 negativi che documentano il regime fascista.
Il laboratorio di stampa interno garantisce a Carrese di avere in tempi rapidissimi le stampe delle fotografie. Con l’aiuto del fratello Carlo apre una filiale a Roma e poi a Torino, Napoli, Palermo e Genova. Ha collaborato con L’Unità, L’Europeo, l’agenzia giornalistica Ansa e con Il Giorno.
Nel 1981 Carrese muore, subentrano i figli Ferdinando e Manuela che cedono Archivio Publifoto alla Olivetti.
Nel 2015 l’Archivio è stato acquistato da Intesa Sanpaolo che lo sta valorizzando in quanto bene culturale nazionale.
L’Archivio è attualmente in corso di catalogazione. Per le richieste di consultazione: archivio.storico@intesasanpaolo.com