L'artista italico di questo mese proposto da Mecenate è Luisa Riceci: autrice di una ricerca molto personale, ma anche impegnata in prima persona per abbinare l’arte ad una giusta causa, quella degli abusi sui minori.
L’arte come espressione del proprio intimo, ma anche come strumento di comunicazione sociale al servizio di giuste cause. Nella poetica di Luisa Riceci – ravennate, da sempre appassionata di disegno e di tutto ciò rappresenta l'arte – queste due dimensioni coesistono perfettamente. Da un lato c’è il suo percorso artistico, iniziato da autodidatta e proseguito nel tempo, con una tecnica che spazia dall’olio all’acrilico, dall’acquerello al pastello (la sua modalità preferita, perché ama sentire il colore sotto le dita, come contatto ancor più stretto con il suo lavoro). Una tecnica molto personale, che le serve a dare vita – sulla tela – alle emozioni e alle sensazioni più segrete. “Dietro ogni maschera esiste un'anima; nel nostro profondo ci siamo solo noi con il nostro vissuto. In tale profondità non si percepiscono suoni o rumori, si è soli, in silenzio; ed è proprio qui che ti riconosci”, racconta Luisa a proposito della sua ricerca più recente. Una ricerca che va di pari passo con l’impegno civile, sempre abbinato all’arte e alle sue potenzialità. Luisa è parte viva di una Onlus nata nel 2015, “Anime senza voce”, creata con l’obiettivo di diffondere i messaggi di coloro che hanno subito abusi nell’età dell’innocenza: attraverso l’organizzazione di apposite mostre, alle quali sono invitati a partecipare artisti nazionali e internazionali.