Una maglietta comprata in Europa può essere cucita in Cambogia con tessuto prodotto in Cina utilizzando cotone coltivato in Uzbekistan e colorata con tinture prodotte in India. Le filiere di fornitura sono sempre più allungate e frammentate su scala globale e presentano un pulviscolo eterogeneo di grandi imprese di produzione, fornitori, sub-fornitori, piccoli laboratori e lavoratori informali. I consumatori sono consapevoli che proprio lungo le catene di fornitura si annidano i più gravi rischi di violazioni dei diritti umani, di rischi di salute e sicurezza e inquinamento ambientale, di soprusi su intere comunità locali e di scorrette pratiche commerciali?
Le imprese si trovano tra due fuochi: da una parte un consumatore sempre più attento e sensibile, nella scelta dei prodotti, agli aspetti di sostenibilità del prodotto e di responsabilità sociale dei luoghi in cui è prodotto. Dall’altro lato la spinta esercitata dal quadro legislativo emergente e dalla crescente esposizione al rischio di costi reputazionali e finanziari derivanti dalla debolezza del sistema dei controlli lungo le filiere di fornitura e dall’attivismo di tante NGO sui social media.
Il sistema di controlli di prima parte (auto-dichiarazione dei fabbricanti) o di seconda parte (effettuati dai buyers sui proprio fornitori) ha mostrato molti limiti derivanti da diversi fattori: conflitti di interesse, assenza di modelli di riferimento condivisi, assenza di metodologie e metriche di valutazione trasparenti.
Come uscirne?
Get It Fair, schema di Responsible Labelling, è nato per rispondere a questa domanda attraverso un rigoroso processo di due diligence di terza parte indipendente avente per oggetto una fabbrica (non un prodotto) basato su un insieme di criteri per valutare l’esposizione ai rischi di impatti avversi sui diversi aspetti della responsabilità sociale (diritti umani, condizioni di lavoro, tutela della sicurezza e dell’ambiente, etica e trasparenza delle informazioni sul prodotto) lungo le catene di fornitura.
Il Get It Fair Framework si basa su Linee Guida OCSE sulla Responsible Business Conduct e su standard internazionali (ISO 26.000).
Al termine del processo di valutazione è possibile stimare il profilo di rischio di una fabbrica rispetto ai singoli aspetti della responsabilità sociale per fornire al compratore/consumatore uno strumento informativo utile all’acquisto responsabile.
Get It Fair è stato sviluppato con il coinvolgimento di un ampio numero di Stakeholders (Associazioni, Università, Accademie, Laboratori, NGO, Media, Fashion designers, etc.) ed è promosso nel mondo con il supporto delle Camere di Commercio Italiane all’Estero che svolgono il ruolo di Ambassador.
Get It Fair costituisce una via Italica al Responsible Sourcing per assicurare affidabilità e trasparenza delle informazioni raccolte sulle filiere di fornitura e divulgate al consumatore finale.