All’estero il concetto di cultura italiana è spesso confuso con quello di tradizione costituita dai suoi costumi, la gastronomia e lo stile di vita. Spesso ci troviamo difronte ad una immagine distorta di cultura, semplicemente perché tramutata in un marchio e utilizzata come mero strumento di marketing. È certo che la tradizione fa certamente parte della cultura italiana, ma come di tutte le culture, il tratto fondante della cultura del Bel Paese risiede nella sua memoria.
La storia culturale ha saputo ricordare e fare della sua storia, una narrazione tramandata di generazione in generazione utile a capire il valore della conservazione, ma anche utilizzandola come strumento utile per osservare il presente con un occhio critico.
In questa direzione si pone il lavoro di Massimo Corsini, con il suo progetto MXC. La cultura italiana è resa attraverso un’immagine più moderna e proiettata verso il futuro. L’upcycling è alla base del progetto: il riutilizzo di oggetti che hanno ormai terminato la funzione per la quale erano stati creati, ma che invece di diventare rifiuto, grazie al lavoro e alla creatività, prendono una forma nuova che addirittura aumenta il loro valore. Ci si trova difronte ad una pratica che guarda al futuro del nostro pianeta e che reinterpreta il presente, traendo ispirazione proprio nella storia della cultura italiana.
Massimo Corsini si concentra sul nuovo valore sociale dei materiali: “mi ha sempre colpito la discordia tra il design e il fascino del mondo della moda, con le società che scartano frivolamente i prodotti di consumo. Questo pensiero mi ha portato a guardare oltre il valore sociale percepito di un oggetto e considerare una nuova possibilità e dimensione per l’oggetto e da qui è emerso il mio progetto”.
Il lavoro di Corsini sarà visibile durante un’esposizione che si terrà il 31 marzo alle ore 18.30 presso il Museo Italiano a Carlton. Per partecipare clicca qui.