La varietà delle condizioni bio-geografiche, geo-morfologiche e climatiche del territorio italiano danno vita a una straordinaria concentrazione sia di specie, sia di habitat. E questo nonostante una popolazione e una densità abitativa che la rendono uno dei paesi più antropizzati del continente che ha subito radicali trasformazioni del paesaggio.
La biodiversità viene intesa come la molteplicità degli organismi viventi e dei rispettivi ecosistemi. La varietà è data dai diversi geni, specie e nicchie ecologiche. Esistono tre livelli di biodiversità:
- genetico: il patrimonio genetico degli esseri viventi che abitano il pianeta
- specie: l'abbondanza e la diversità di specie presenti sulla terra
- ecosistemi: l'insieme di tutti gli ambienti naturali sul nostro pianeta.
Alcuni gruppi, come alcune famiglie di Invertebrati, sono presenti in misura doppia o tripla, se non ancora maggiore, rispetto ad altri Paesi europei (la diversità diminuisce sposandosi dall’equatore verso i poli).
In Italia sono stati identificati diversi punti “ad alta densità” di biodiversità di importanza planetaria (hot spot): le isole tirreniche, le Alpi Marittime e Liguri, la catena appenninica.
Biodiversità animale
Per quanto riguarda la biodiversità animale, si stima che in Italia vi siano 58.000 specie (il più alto numero in Europa), con la presenza di tante specie endemiche. Il 98% di questo totale è costituito da Invertebrati (55.000 specie), Protozoi (1.812 specie) e Vertebrati (1.258 specie). Il phylum più ricco, con oltre 46.000 specie, è quello degli Artropodi, di cui fa parte anche la classe degli Insetti.
Le specie che vivono negli habitat d’acqua dolce (esclusi i Protozoi) sono circa 5.500, ovvero quasi il 10% dell’intera fauna italiana.
Infine, vi sono in Italia più di 9.000 specie di fauna marina e, data la posizione geografica dell’Italia, è probabile che esse rappresentino la gran parte delle specie del Mediterraneo.
Mondo vegetale
La flora vascolare italiana comprende quasi 7.000 specie, di cui il 16% sono endemiche. A livello quantitativo, il maggior numero di specie si trova nelle regioni caratterizzate da maggior variabilità ambientale e da quelle con territori più vasti:
- il Piemonte (3.304 specie)
- la Toscana (3.249)
- il Veneto (3.111)
- il Friuli Venezia Giulia (3.094)
- il Lazio (3.041)
- l’Abruzzo (2.989).
Le regioni con maggior numero di specie endemiche e di specie esclusive sono la Sicilia e la Sardegna. Nel Parco nazionale del Pollino vive un pino loricato di 1230 anni, il più “anziano” d’Europa.
L’Italia è anche particolarmente ricca di foreste (8.760.000 ettari di foreste, cui devono aggiungersi 1.710.000 ettari di formazioni forestali rade o basse, e le formazioni arbustive e cespugliate). In totale le foreste coprono circa un terzo del territorio nazionale.
Fattori di pressione, quali il consumo di suolo per nuovi insediamenti civili e industriali e l’inquinamento del suolo e delle acque, continuano a esercitare la loro intensità sulla biodiversità nazionale. Sono 1020, circa il 15% del totale, le specie vegetali superiori che ora sono minacciate di estinzione.
Va peggio per le piante inferiori, il 40% di alghe, licheni, muschi, felci è in pericolo. Per le specie animali, la metà dei vertebrati presenti in Italia è minacciata d’estinzione, circa un quarto degli uccelli sono a forte rischio di estinzione. A stare peggio di tutti sono gli anfibi: due specie su tre sono minacciate.
La superficie destinata alle aree protette è passata dall'1 per cento degli anni Settanta al quasi 12 per cento. Ma se oltre le aree protette tradizionali consideriamo i siti d'interesse comunitario e quelli a protezione speciale la percentuale sale al 20 per cento.
Fonte: Ispra ambiente