Ifoodq: internazionalizzazione delle eccellenze enogastronomiche

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Ifoodq propone idee e soluzioni per accompagnare i prodotti Food & Beverage italiani di qualità all’estero.

Ifoodq è stato fondato nel 2017 a Milano da Valerio Sarti, imprenditore e tecnologo alimentare e dallo chef stellato Eros Picco che crea piatti moderni partendo da ricette tradizionali.

“IFoodq – racconta Eros Picco – nasce a seguito dei miei frequenti viaggi internazionali, soprattutto in Cina, tra scuole di cucina e show cooking. Mi sono reso conto che all’estero c’è grande attenzione per il made in Italy, i consumatori vogliono conoscere meglio i nostri prodotti agroalimentari”.

La voglia di valorizzare e supportare commercialmente le aziende italiane a livello internazionale ha coinvolto nel team export manager, ricercatori universitari e food specialist che offrono consulenza e servizi per:

  • organizzare eventi, show cooking e corsi di cucina coinvolgendo qualificati stakeholder locali (importatori, distributori, referenti politico-istituzionali)
  • raccogliere le richieste e aspettative dei consumatori e distributori stranieri nei confronti dell’italian food experience per generare nuove prospettive commerciali
  • impostare un valido percorso di internazionalizzazione (compliance alle normative richieste dai Paesi oggetto di esportazione).

Ifoodq lavora per aziende che trattano pasta, olio, conserve, salumi, formaggi, acqua, vino, birra, dolci, biscotti… conformi a criteri e metodi di produzione di qualità che possano rappresentare in modo esemplare un prodotto Made in Italy.

A livello di incoming Ifoodq organizza viaggi studio in Italia per manager della ristorazione, importatori e buyer esteri interessati a conoscere da vicino le eccellenze del nostro territorio.

Iniziative organizzate all’estero

Ifoodq organizza Scuole di cucina italiana, show cooking utilizzando i prodotti del committente, tournée enogastronomiche, cene gourmet o di gala, incontri con i produttori e approfondimenti per i buyer. Ha finora concentrato l’attività in Cina, Messico, Serbia, Giappone e Canada.

Lo chef Eros Picco ha realizzato nel 2018 il primo tour di eventi internazionali a Pechino per la settimana mondiale della cucina e del vino italiani alla presenza di media mondiali e dell'Ambasciatore d'Italia in Cina. A Città del Messico, quattro cene a quattro mani in diverse location, utilizzando materie prime italiane. Collaborazione a Tokyo all’interno di un evento organizzato da Porsche.

In Serbia -  in occasione della “Settimana della Cucina Italiana nel Mondo” - iFoodQ è stata scelta dall’Ambasciata Italiana come partner e co-organizzatore di eventi presso ristoranti di alto livello con una serata a tema con Eros Picco in qualità di Chef Executive.

Quali cibi - vini italiani oggi suggestionano maggiormente il pubblico asiatico?

Le piccole produzioni legate al territorio, la particolarità che si può assaggiare solo in quel contesto. Tra i prodotti più conosciuti salumi e formaggi ricevono grande attenzione, ma anche le verdure: un cuoco giapponese le farà sicuramente notare come le nostre verdure sono più saporite e gustose…nel loro gergo: ricche di “umami”.

Che ruolo hanno gli emigrati italiani come ambasciatori all’estero del nostro food & wine?

Sicuramente fondamentale: è grazie a loro se il prodotto italiano è conosciuto. Tuttavia alcune ricette sono state cambiate, a seconda dei gusti e delle tradizioni del paese di residenza. La nostra predisposizione ad adeguarci ai contesti, in questo caso, può far perdere la vera natura e identità delle nostre eccellenze originarie.

Cosa manca al sistema Italia per promuovere all’estero le sue eccellenze?

La capacità di essere squadra e di creare rete: la nostra “arte dell’arrangiarci” genera una forza d’urto che impatta nei paesi esteri in modo molto frammentario, ma parte delle potenzialità evaporano. Penso inoltre si debba migliorare la capacità di programmazione a medio-lungo termine.

Su quali mercati sarà conveniente puntare nei prossimi anni?

Serbia, Cina, Giappone e Canada sono i mercati in cui abbiamo iniziato ad operare. Li sentiamo nostri e abbiamo voglia di esprimere al meglio le nostre potenzialità. Le potenzialità del mercato di Canada, Cina e Giappone sono sotto gli occhi di tutti. Giappone più che mai alla luce di recenti accordi politico-commerciali, ma anche la Cina.

Vorrei spendere due parole sulla Serbia in quanto sta diventando una “testa di ponte” tra la Russia e l’Europa. L’Italia è tra i primi Paesi fornitori e c’è una grande ammirazione per il made in Italy. Da Milano, Belgrado è alla stessa distanza di Palermo e i costi di spedizione sono commisurati alla distanza.

Che consiglio darebbe a un imprenditore italiano del food & beverage interessato a internazionalizzare le vendite?

Di pensare che il vero successo dell’internazionalizzazione nasce da un’attenta pianificazione nel lungo periodo. Noi abbiamo la fortuna di lavorare per aziende lungimiranti, che non ci valutano sui risultati della prima missione estera, che credono in noi e lavorano assieme a noi.

Scegli le persone giuste, investi e porta avanti un progetto con un orizzonte di medio-lungo termine. I risultati arrivano. Tanti imprenditori, al contrario, inizialmente hanno la presunzione che il loro prodotto sia molto valido e che si venda da solo. Poi, di fronte alle prime insidie operative, si disorientano, si demoralizzano e bloccano il processo di espansione all’estero.