Dal 20 novembre 2019, con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Ue (C393), questa sicura bontà gastronomica sarà garantita contro imitazioni e falsi, ma altresì resa nota in tutto il continente europeo, scavalcando ulteriormente i confini nazionali. Chiunque, se sarà disposto a seguire la severa e rigida ricetta, potrà vantare, in tutta Europa, di aver eseguito ad arte questo piatto, come in qualsiasi osteria romana. L’Amatriciana andrà quindi ad accompagnare le altre 2 specialità tradizionali garantite del Made in Italy, considerate un pilastro dell’agroalimentare italiano: la pizza napoletana e la mozzarella tipica.
Il regolamento europeo risulta molto severo a riguardo. Al bando cipolla, aglio e, ovviamente, pancette varie, il padrone della ricetta è il guanciale che “si ottiene dalla guancia fresca di suino pesante rifilata a forma di triangolo partendo dalla gola” e che presenta le seguenti caratteristiche: “forma a triangolo con base arrotondata; colore: bianco screziato rosso all’interno, con prevalenza della parte grassa sulla parte magra; stagionatura minimo 30 giorni dalla salatura”. Infine, possono accompagnare il guanciale solamente: olio extravergine d’oliva, pomodori pelati (o pomodorini freschi), sale, pepe, vino bianco e peperoncino (fresco o essiccato). Da ultimo “a completamento del condimento del piatto di pasta con l’Amatriciana Tradizionale è consigliato l’uso di pecorino”, anche se romano (ma del Lazio Dop). Preferibile l’impiego del pecorino amatriciano, ancor meglio se stagionato in grotta.
Fuori dalla regolamentazione, il formato di pasta da utilizzare: il regolamento tutela difatti il sugo all’amatriciana e non il piatto di pasta in sé. Tuttavia, come formato per condire l'amatriciana originale occorre rigorosamente usare quello degli spaghetti, come consiglia la città di Amatrice, Ben visibili, in effetti, i cartelli stradali che ci accolgono all'entrata in paese.
Verso un eccesso di richiesta?
Un successo inatteso, questo, che ha provocato un eccesso di richiesta di guanciale rispetto alla normale disponibilità e ha addirittura portato alcune aziende del triangolo Lazio-Marche-Umbria a mettere in vendita prodotti ancora freschi e non perfettamente stagionati. Un esito positivo, dovuto specialmente alla collaborazione di diversi enti statali ed associazioni (Associazione per la tutela della salsa amatriciana tradizionale, Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, Regione Lazio, ARSIAL, Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio) che porterà ad un sicuro sostegno per il rilancio delle aziende e delle popolazioni terremotate di Lazio.
In conclusione, il 20 novembre 2019 è stata una giornata storica per l’Italia intera e per la regione Lazio in particolare. La nuova STG è un grande riconoscimento che valorizzerà ancor di più il Made in Italy nel mondo e renderà ancor più ricco il “paesaggio culturale” nostrano.