l viaggio del caffè all’Accademia del Caffè Espresso: Coffee Migrant Migrant Coffee

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Prima della storica impresa italiana La Marzocco, erano le Officine Fratelli Bambi che, a partire dal 1927 a Firenze, si dedicarono all’artigianato e alle tecniche di produzione all’avanguardia per quelle che, ancora oggi, sono le sue pregevoli macchine da caffè dal design originale. I fratelli Bambi lasciano così la propria impronta nella storia e ancora oggi La Marzocco pone il suo impegno nel perseguire un percorso sostenibile e trasparente, cosciente del proprio impatto sul mondo e sulle persone.

Basti pensare che l’azienda ottiene il 50% del proprio fabbisogno energetico dai pannelli fotovoltaici, energia impiegata anche per la ricarica dei veicoli elettrici, gratuita per tutti i dipendenti, segno evidente del suo impegno in questa direzione ecosostenibile in quanto multinazionale.

Dall’ingegno dell’architetto Aladino Bini sorge, nel 1960, la struttura dell’Accademia del Caffè Espresso, che ospita l’officina meccanica e la falegnameria, ed è oggi, dopo un attento lavoro di restauro che ha visto coniugare arte, scienza, artigianato e tecnologia, anche uno spazio polifunzionale disponibile per eventi ed incontri: ospita l’archivio storico, la biblioteca, un laboratorio culinario, diverse sale riunioni e training, l’Area La Marzocco Home e il Gran Bar Accademia, diversi laboratori, un’area espositiva e uno spazio dedicato alle mostre temporanee.

Proprio quest’ultimo spazio è pensato per l’appunto alla raccolta di «racconti, voci, immagini e persone che in modo più o meno diretto contribuiscono alla ricchezza e alla cultura globale del caffè», ed è in questa prospettiva che si colloca il primo capitolo, dedicato al Brasile, della mostra Coffee Migrant Migrant Coffee, risultato della cooperazione tra i curatori Massimo Battaglia e Mauro Belloni, un team di ricerca interno, e il supporto del CISEI, del Laboratorio di Storia Marittima e Navale dell’Università di Genova (NavLab) e del Museu da Imigração San Paolo Brasile.

La mostra inizia il suo viaggio da quello di oltre 1 milione di italiani che tra Ottocento e Novecento approdarono nei porti brasiliani per dedicarsi alla coltivazione di caffè. «Per una volta vogliamo rendere omaggio alle persone che ci hanno permesso, forse senza saperlo, di essere qui oggi. Come ha fatto il caffè espresso a diventare globale? […] Credo che sia giunto il momento che qualcuno alzi la mano e dica: “Grazie”», queste le parole di Guido Bernardinelli, CEO de La Marzocco.
Il punto di vista è originale, orientato al coinvolgimento emotivo dello spettatore: la storia e il perfezionamento della lavorazione del caffè si intreccia a una parte della storia degli italiani nel mondo. Vengono esplorati i procedimenti e le specificità della coltivazione del caffè in un Paese, il Brasile, che ne diverrà il più grande produttore. 

I capitoli successivi della mostra, che proseguirà per tutto il 2024, vedranno il viaggio proseguire attraverso gli Stati Uniti, l’Australia e il Canada. Un percorso immersivo da non perdere.