Il padre di Leonardo Da Vinci produceva vini in Toscana. Leonardo ha sviluppato un forte interesse non solo nei confronti della scienza e delle arti, ma anche verso il mondo agricolo e vitivinicolo.
L’artista consigliava di consumare il vino - che definiva “divino licore dell’uva” - con sobrietà, mai a stomaco vuoto.
Una fonte interessante di informazioni è la lettera che Leonardo ha inviato nel 1515 al fattore del suo Podere di Fiesole, con indicazioni e consigli utili sulle tecniche di vinificazione, sulla concimazione della vite con sostanze basiche e sull’utilizzo di botti chiuse.
A cinquecento anni dalla sua morte, l’azienda agricola Villa da Vinci della Leonardo da Vinci Spa (Gruppo Caviro) ha aperto vicino a Vinci il museo “Leonardo e il Rinascimento del vino” per raccontare il contributo del genio alla cultura del vino.
Leonardo ci ha lasciato la raffigurazione della prima barrique, disegni dei pali di sostegno delle viti o sul modo di appendere l’uva ad appassire, studi sulla pratica di interramento della vite durante il periodo invernale.
La vigna di Leonardo da Vinci a Milano
Nel 1498 il duca di Milano Ludovico il Moro regala a Leonardo un vigneto in un terreno di 16 pertiche, nell’attuale giardino della Casa degli Atellani, di fronte al Cenacolo di Santa Maria delle Grazie in Corso Magenta.
Luca Maroni ha individuato il luogo esatto ove sorgeva il vigneto a seguito di scavi condotti in collaborazione con il professor Attilio Scienza e la genetista Serena Imazio dell’Università degli Studi di Milano.
I frammenti di radice di Vitis Vinifera appartenenti alla originale vigna leonardesca ha consentito l’identificazione della varietà originale coltivata da Leonardo. La vigna è stata re-impiantata dello stesso tipo, nello stesso sito e nella stessa filologica disposizione.