L’emergenza sanitaria che ha colpito l’Italia e il Mondo intero ha costretto per mesi, diversi lavoratori, ad uno stop forzato. Non tutti però si sono arresi all’idea di un blocco di produzione e tra coloro i quali che hanno cercato strade innovative ed inedite per lo sviluppo del proprio lavoro, c’è il regista Daniele Vicari. Nelle scorse settimane ha elaborato un progetto ambizioso che prevede la realizzazione di un “film domestico” basato sulle regole dello smart working, praticando una sorta di “smart filming”.
«Ci sarà da inventare e produrre moltissimo. Ci siamo resi conto, con il lock down, dell’importanza sociale del cinema e dell’audiovisivo. Ci sarà grande richiesta di prodotti. Sarà più facile, dal punto di vista economico e produttivo, per realtà multinazionali. Più complicato per produzioni medi-piccole. È bene inventare nuovi modi. Anche per non lasciare a casa all’infinito i 250 mila addetti del settore». Queste le dichiarazioni di Vicari al Corriere della Sera. Lo scorso 4 maggio è partito il primo ciak del film Il Giorno e la Notte, il regista, in attesa che i set possano ritornare ad essere aperti, insieme a un gruppo di attori (Dario Aita, Elena Gigliotti, Barbara Esposito, Francesco Acquaroli, Isabella Ragonese, Matteo Martari, Milena Mancini, Vinicio Marchioni, Giordano De Plano) e al produttore Andrea Porporati, hanno messo in piedi un escamotage creativo per favorire la realizzazione di questo progetto audiovisivo, anche in un periodo atorico particolarmente complesso.
"L'idea di fare un film nonostante il lockdown e il distanziamento sociale, le mascherine e la paura del contagio, nasce proprio dalla voglia di tradurre artisticamente questo momento per reagire creativamente alla paura. Lo scopo non è 'raccontare il Coronavirus' ma quella condizione di isolamento e restrizione che ha caratterizzato gli ultimi due mesi della nostra vita e che negli ultimi anni avevamo già sperimentato a causa di attentati terroristici che si sono susseguiti da Londra a Madrid, da New York a Parigi".
Gli attori, dotati di un kit con il quale gestiscono la camera che li sta filmando, creeranno un vero e proprio set nelle loro case. Il direttore della fotografia Gherardo Gossi, la scenografa Beatrice Scarpato e le costumiste, tutto il reparto tecnico e di produzione del film supervisioneranno le rispettive aree di competenza da remoto, senza mai essere presenti dal vivo sul set. Il risultato? Un film corale e collettivo che fa uso anche di veri partner, il tutto diretto a distanza, avvalendosi delle opportunità date dalla nuova tecnologia.
Il film ci catapulterà in una serie di storie di coppia che corrono parallele ma unificate da una situazione: la notizia al tg che è in corso un misterioso attentato chimico nella città di Roma. Tutti saranno obbligati a vivere chiusi in casa. Nessuno potrà varcare la soglia. Le strade si svuoteranno.
"Non si tratterà di un istant movie, ma di una storia vera e propria, di pura finzione, girata ai tempi del Coronavirus, e destinata al pubblico di domani" dichiara Vicari.
È bene dire che da ogni situazione difficile può originarsi una grande innovazione. Sarà positiva o negativa? Questo spetterà al giudizio del pubblico.