La guerra è anche digitale

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In risposta all'invasione della Russia e agli attacchi cibernetici, Kyiv risponde reclutando esperti informatici, finanziandosi con donazioni in criptovalute e organizzando una battaglia contro la disinformazione di Mosca.

Il ministro ucraino per la Trasformazione digitale, Mykhailo Fedorov, ha detto su Twitter che il Paese sta creando un "esercito informatico" per "continuare la lotta sul cyber fronte" contro la Russia che bombarda l'Ucraina. In un tweet, Fedorov ha incluso un link a una chat di Telegram dove si incoraggiano hacker ad attaccare aziende russe dell'energia e della finanza. Oltre 125 mila iscritti, non tutti esperti informatici in grado di sostenere la resistenza dell'Ucraina sul fronte cibernetico, dato che il canale è aperto anche all'adesione di semplici osservatori, tuttavia, possono fare la loro parte.  

È così che viene schierato un esercito di informatici contro la Russia. Ci troviamo difronte ad una guerra che si combatte anche sul web, dove ad agire non sono solo gli ucraini ma talenti da tutto il Mondo.

Tra le missioni dell’esercito tech è indicato l’obiettivo di attaccare i principali siti governativi e dei colossi industriali russi. L’esercito di hacker attraverso l’utilizzo di una concentrazione spropositata di richieste di accesso ai siti web, manderebbe il sistema in blocco. Tra le attività del gruppo hacker vi è quella di segnalare canali Youtube che diffondono disinformazione sulla guerra in Ucraina.

Anche il collettivo di hacktivisti Anonymous è sceso in campo e nelle scorse ore ha diffuso un video messaggio in cui ha spiegato i motivi dell'operazione denominata “OpRussia” e la sua posizione nei confronti del presidente russo.  Diversi già gli attacchi portati avanti dal gruppo: tra i siti hackerati, quelli dell'emittente Rt news, del Cremlino, del governo russo, del ministero della Difesa e della Duma. "Abbiamo mandato offline i siti governativi e girato le informazioni ai cittadini russi in modo che possano essere liberi dalla macchina della censura di Putin", ha dichiarato il collettivo.

Dall’Ucraina sono diversi gli appelli alle principali aziende tecnologiche globali perché intervengano contro la Russia: da PayPal a Netflix e Rakuten, da Apple a Google. Meta Platforms, il colosso di Facebook, risponde alla richiesta vietando ai media statali russi di pubblicare inserzioni pubblicitarie o trarre profitto dai suoi annunci sulla propria piattaforma. 

È così che il conflitto si sposta sempre di più sul territorio digitale, mostrando scenari inediti e mettendo in luce il potere che la tecnologia ha sui nostri territori. Tutte le autorità di cybersecurity dei Paesi europei hanno alzato il livello di allerta e distribuito avvertimenti sugli attacchi in corso.