I 115 protagonisti dell’evento sono under 35 (il 40% di “nuovi” emigrati e il 60% nati fuori dall’Italia) orgogliosi delle proprie origini perché, usando le parole di uno di loro: “abbiamo una bella cultura con forti radici, apprezzata da molte persone in tutto il mondo”.
L’obiettivo principale degli organizzatori era far sentire questi giovani parte del soft power dell’Italia e loro hanno colto questa sfida con competenza e entusiasmo.
Come ha sottolineato Michele Schiavone, Segretario Generale CGIE (istituzione composta di 43 volontari eletti in tutti i paesi dove è insediata una comunità di italiani, a cui si aggiungono 20 membri di nomina governativa) “Ritornando a casa si portano un’idea nuova e feconda del mondo, costituito di società composite, strutturate su pensieri lunghi, colorate di passione e voglia di vivere, nel quale la diversità è un valore e l’identità una parte dell’essere, nato da un atto d’amore che le salva dalla ferita subita allontanandosi dalla terra d’origine”.
Carta di Palermo
Al termine dei lavori, i ragazzi hanno redatto la Carta di Palermo di cui presentiamo una sintesi.
“Racconteremo che è proprio vero che gli italiani sono dappertutto, che abbiamo riso e riflettuto insieme di come alcuni tratti siano indissociabili da noi, a qualsiasi latitudine: siamo quello che mangiamo, ci riconoscono per come vestiamo, ma anche per la voglia di darsi da fare, con creatività e olio di gomito...
Tanti di noi hanno vissuto in più paesi e città, i nostri genitori e i nostri nonni vengono da regioni diverse dell’Italia e del mondo, anche sforzandoci non riusciamo a vedere questa diversità come un problema, perché per noi, da sempre, è una ricchezza. Forse a volte complicata da gestire, nello sguardo di altri siamo “Altro” anche quando abbiamo la stessa residenza e lo stesso passaporto, ma ora sappiamo che questo spazio “altro” possiamo abitarlo insieme.
Renderlo pieno di progetti. Per appagare il nostro bisogno di cultura, di lavoro, di vicinanza radicata e ideale con l’Italia. Renderlo aperto ad un nuovo modo di pensare…
Renderlo concreto e condiviso. Perché la Rete dei Giovani Italiani nel mondo, che raccoglie persone con bagagli carichi di esperienze uniche, può dare un forte contributo non solo nei paesi di provenienza, ma anche al sistema Italia.
Vogliamo impegnarci per accorciare le distanze tra gli italiani fuori dall’Italia e le istituzioni, con azioni concrete e con l’obiettivo di rendere protagonisti tutti i giovani”.