Sulla Maiella si conserva la Biodiversità

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Nasce sulla Maiella il Centro di Conservazione della Biodiversità Vegetale per l'Abruzzo, progetto promosso dal Parco Nazionale della Maiella e dalla Regione Abruzzo per salvaguardare le specie vegetali a rischio. 

Con l'inaugurazione, a Lama dei Peligni (Chieti) presso la Banca del Germoplasma, è stato sottoscritto un accordo di collaborazione tra Ente Parco e il Consiglio Nazionale delle Ricerche in Economia Agraria (Crea), che ha tra gli obiettivi tutela del patrimonio agroforestale, protezione e sviluppo dello studio e delle collezioni di germoplasma animale, vegetale e fungino. Le banche dei semi, o banche del germoplasma, sono state riconosciute come uno strumento efficace e valido per la conservazione della biodiversità vegetale. La loro funzione è quella di costituire una riserva di semi delle specie sia spontanee che coltivate a maggior rischio di scomparsa, utile alle strategie per la conservazione della natura e complementare alla protezione assicurata da parchi e riserve.

La Banca che opera nel territorio del Parco della Maiella si caratterizza per l’elevato numero di entità rientranti in categorie protette, ad oggi preserva 26 Famiglie, 59 Generi e 66 Specie; molte delle quali presenti nelle liste tutelate da convenzioni internazionali. 

L’attività di raccolta semi è finalizzata anche allo scambio dei semi con le altre istituzioni scientifiche e alla riproduzione; quest’ultima attività è utile per garantire la sostituzione e il reintegro delle piante presenti in collezione o per costituire una riserva utile per attivare eventuali programmi di reintegro e miglioramento delle vegetazioni a rischio presenti in natura. La banca, per le varie mansioni di esercizio è supportata dalla presenza di dottorandi, studenti universitari, tirocinanti e volontari che a vario titolo che collaborano con i tecnici dell’ente, anche attraverso la stipula di convenzioni con diverse Università italiane.

Nella Banca del Germoplasma sono custodite varietà recuperate come la Patata "Sessanta dei Monti Pizzi" e la "Viola dei Monti Pizzi", nonché il grano duro "Marzuolo", i Fagioli "40 giorni" e "a caffè", mantenuti anche in coltivazione nelle aziende Custodi del Parco.

Per il direttore generale del Crea (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l'analisi dell'Economia agraria) Stefano Vaccari il Centro di Lama dei Peligni "è un avamposto strategico di conservazione del patrimonio genetico delle varietà autoctone da cui ripartire per un miglioramento delle produzioni che possa orientarsi nelle filiere corte della produzione biologica". Il direttore del Crea Viticultura ed Ecologia Riccardo Velasco ha parlato della necessità di recuperare i vitigni autoctoni per una maggiore competitività e produzione di qualità nel mercato del vino; in tal senso il Parco ha nella Cantina Orsogna un partner nel progetto che ha portato a produrre un vino biologico fermentato con i lieviti raccolti su fiori e frutti spontanei della Maiella nelle diverse fasce altimetriche.

La nascita del Centro per il direttore del Parco Luciano Di Martino è "un risultato concreto raggiunto grazie al lavoro sul territorio e alla dotazione strutturale dell'Ente, i Giardini Botanici e la Banca del Germoplasma". Per il presidente Lucio Zazzara "la salvaguardia della biodiversità agricola è il risultato della stretta interconnessione tra colture e culture, da essa possono scaturire nuove opportunità economiche e sostenibili soprattutto nelle aree interne".