Vanessa e Greta: discorsi green contro i blablabla dei politici

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Clima e ambiente sono stati al centro del Youth4Climate che si è tenuto a Milano. Sono stati circa 400, i giovani attivisti da tutto il mondo sono arrivati a Milano per parlare di clima e ambiente. Non si è trattato di un semplice raduno ma di una riunione internazionale per portare all’attenzione pubblica e politica il grande tema della sostenibilità e dalla riduzione dell’inquinamento.

Le domande intorno alle quali si è sviluppato il discorso sono state diverse: come ridurre l’inquinamento? Cosa possono fare i governi per fermare la crisi climatica? Tra i numerosi interventi quello appassionato di Vanessa Nakate, attivista di Fridays for Future Uganda, che ha vividamente descritto lo scenario di sofferenza del suo Paese.

“Mi chiamo Vanessa Nakate e vivo a Kampala, in Uganda, un paese che è uno dei più esposti ai cambiamenti climatici. Negli ultimi anni ho assistito sempre di più all’impatto della crisi climatica sul continente. È assurdo perché l’Africa emette meno CO2 di tutti i continenti, escludendo l’Antartide. Storicamente l’Africa è responsabile solo del 3 per cento delle emissioni globali, eppure subisce gli impatti più forti della crisi: uragani sempre più forti, inondazioni devastanti, siccità. Le persone stanno morendo, ma tante altre hanno perso i loro beni di sostentamento. La siccità e le inondazioni hanno lasciato alle persone solo dolore, agonia, sofferenza, fame e morte” queste sono alcune toccanti parole estrapolate dal lungo discorso dell’attivista.

La ragazza ugandese, in chiusura di discorso ha lanciato una serie di domande e provocazioni alla classe politica di tutto il Mondo, nella speranza che le sue parole, quelle di una intera generazione particolarmente attenta alle sofferenze del Pianeta, non restino inascoltate: Per quanto dovremo assistere all’estinzione degli animali? Per quanto i bambini saranno costretti a sposarsi perché le loro famiglie hanno perso tutto nella crisi climatica? Per quanto i bambini dovranno andare a letto affamati perché l’acqua ha portato via tutto, perché i campi sono secchi a causa delle condizioni estreme? Per quanto tempo li guarderemo morire di fame, durante la siccità. O mentre cercano di respirare, durante le alluvioni? Come fanno i leader a guardare quello che succede e non fare niente per fermarlo? I nostri leader si sono persi e il Pianeta è danneggiato".

Anche Greta Thunberg ha colpito con il suo efficace discorso che ha invocato la giustizia sociale e climatica, non risparmiando le inconsistenti scelte politiche dell’ultimo periodo storico, definite dall’attivista una sequela di parole inutili e vuote. 

“Dobbiamo trovare una transizione senza traumi, perché non c'è un piano B. Sentiamo dai nostri leader parole, parole altisonanti che non sono diventate niente.  Ricostruiamo. Bla, bla, bla. Economia verde. Bla bla bla. Zero emissioni entro il 2050. Bla, bla, bla. Questo è tutto ciò che sentiamo dai nostri cosiddetti leader. Parole che suonano alla grande ma finora non hanno portato all'azione. Le nostre speranze e ambizioni affogano nelle loro vuote promesse. Basta “blablabla”, sono 30 anni che sentiamo chiacchierare e dove siamo?Il cambiamento è possibile, urgente, ma non dobbiamo continuare così” – ha affermato la Thunberg.

Le emissioni inquinanti continuano ad aumentare, l’unica soluzione per invertire questa tendenza è avviare e proseguire un processo di educazione alla sostenibilità. Generazioni più verdi e attente potranno cambiare la sorte del Pianeta. Affidarsi alla speranza non può più bastare.