La Biblioteca Capitolare di Verona

di lettura

La Capitolare è la più antica biblioteca di area latina. Un tempio sacro per studiosi di tutto il mondo, visitata da letterati, imperatori e papi.

Custodisce tesori tra cui l'Indovinello veronese, oltre 1.200 manoscritti, 245 incunaboli, 2.500 cinquecentine, 2.800 seicentine e altri 70 mila volumi.

Storia della Biblioteca

Nel V secolo dopo Cristo i canonici del Capitolo (da cui l’aggettivo «capitolare») della Cattedrale hanno iniziato a comporre libri su pergamena per l’istruzione e la formazione disciplinare e religiosa dei futuri sacerdoti.  All’inizio del 1200 lo Scriptorium assume la fisionomia di vera e propria biblioteca, cioè ambiente di studio, consultazione e conservazione.

La Capitolare conserva il cosiddetto “Indovinello veronese“, visibile in alto sul folio 3r del codice LXXXIX, che rappresenta il primo manoscritto in volgare:

Separeba boves, alba pratalia araba, albo versorio teneba et negro semen seminaba

Teneva davanti a sé i buoi (le due dita della mano), arava i bianchi prati (le pagine del libro), teneva un bianco aratro (la penna d’oca) e seminava la negra semente (l’inchiostro).

Con l’invenzione della stampa, nel 1450, entrano nella Capitolare i primi libri a stampa (gli incunaboli, cioè i volumi stampati dal 1450 al 1500).

Tra i personaggi che hanno studiato alla Capitolare: Dante Alighieri e Francesco Petrarca.

Alcuni dei codici conservati

  • Coppie di corali considerati il più importante corpus esistente della miniatura veronese del Trecento
  • un messale e un compendio di diritto canonico compilato da Uguccione da Pisa
  • un testo di botanica ricco di disegni dipinti a mano del XV secolo
  • Pier Candido Decembrio illustra personaggi della civiltà greca e romana (Vite di Plutarco) 
  • un codice con capilettera miniati di Tito Livio
  • la sola copia esistente al mondo delle “Institutiones” di Gaio - giurista del II secolo dopo Cristo -unica testimonianza della giurisprudenza classica pregiustinianea

All'interno della Biblioteca c'è un Laboratorio per il restauro dei codici antichi.  

Per diffondere la conoscenza dell’inestimabile patrimonio racchiuso fra le sue mura e ancora oggi in parte inesplorato il sito della Biblioteca Capitolare rende disponibili a tutti gli studiosi alcuni testi preziosi e codici che non possono quasi più essere consultati.

Concorso: La biblioteca raccontata a fumetti

La Biblioteca Capitolare, in collaborazione con Fondazione Discanto, organizza la prima edizione del concorso che ha lo scopo di raccontare a fumetti l’avvincente storia della Capitolare sulla scia di quanto già sperimentato dalla Biblioteca Marciana e da altri importanti Musei italiani.

L’intento è quello di avvicinare e incuriosire anche chi non si interessa di manoscritti e/o libri antichi attraverso un’opera storicamente attendibile dal forte impatto comunicativo.

Le tracce selezionate riguardano tre dei personaggi principali della storia della Capitolare: Ursicino che con la propria firma ha testimoniato l’esistenza dello Scriptorium già a partire dal VI secolo, Scipione Maffei che ha ritrovato  99 codici antichi che erano stati nascosti e perduti durante la peste del 1630, Mons. Giuseppe Turrini che ha salvato i codici durante la seconda guerra mondiale.

Le candidature possono essere inviate dal 17 settembre fino al 30 novembre 2018.