Italici: neologismo della lingua italiana o patrimonio culturale da esplorare

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Si è da poco conclusa la XX edizione della "Settimana della lingua italiana nel mondo" (19-25 ottobre), evento organizzato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo (MiBACT) assieme a tutte le istituzioni dedite alla diffusione all'estero della lingua e cultura italiana. È, ovviamente, prematuro valutare e trarre considerazioni dalle numerose iniziative realizzate in tutto il mondo nell’ambito della Settimana, attraverso i vari Istituti italiani di cultura (IIC) e le altre organizzazioni culturali e di amicizia bilaterali all'estero. Una prima riflessione sulle esperienze fatte e un contributo costruttivo a favore delle "Settimane" a venire possono, però, certamente essere riportati in alcune brevi considerazioni.

La prima osservazione riguarda il tema scelto per la Settimana 2020: "L'italiano tra parola e immagine: graffiti, illustrazioni, fumetti".  Si tratta nel contempo di una stimolante provocazione intellettuale ed il segno (nomen omen) di un interessante tentativo di rinnovare il modo di fare cultura da parte delle Istituzioni del nostro Paese. 

Il paradosso di voler abbinare allo sviluppo della conoscenza e diffusione di una lingua (scritta o parlata) forme artistiche che esaltano l'espressione grafica e la sintesi espressiva del disegno, escludendo (illustrazione) o minimizzando (graffiti e fumetto) il ruolo della parola, si mostra subito in tutta la sua evidenza. Eppure, una più attenta riflessione ci consente di avviare una fertile e stimolante analisi sulla complementarietà delle diverse forme di arte come espressione culturale di un paese

Una sfida intellettuale raccolta dall’Accademia della Crusca, attenta e quindi non cieca "custode" della tradizione linguistica italiana, con la pubblicazione di un prezioso volume - esattamente intitolato come il tema assegnato a questa Settimana ("L'italiano tra parola e immagine: graffiti, illustrazioni, fumetti" a cura di C. Ciociola e P. D'Achille, ed. goWare & Accademia della Crusca, 2020) - che riporta variegate testimonianze su questo binomio tra lingua e disegno nella storia della cultura italiana.

In Italia il fumetto (inteso come "fumetto popolare”, ma anche come "graphic novel") non ha ancora raggiunto il ruolo culturale assegnatogli in altri paesi (come in Francia e nei paesi francofoni dove è definito "Neuvième Art"). Tuttavia, esso rappresenta, assieme all'illustrazione, un'importante e vitale componente economico-culturale per il settore dell'editoria come testimoniano anche i numerosi Festival del fumetto tenuti in Italia (in primis lo storico Lucca Comics), l'annuale Children's Book Fair di Bologna e la solida tradizione di una "Scuola" italiana di grafici e disegnatori (molti dei quali lavorano per committenti esteri come ad es. la Walt Disney o risiedono all'estero, tanto da ipotizzare, in certi casi, un fenomeno di una vera e propria ... "fuga di pennelli"!). 

Numerose sono state le manifestazioni svoltesi nel corso della Settimana della Lingua Italiana in tutto il mondo, malgrado le obiettive difficoltà organizzative prodotte dalla pandemia del Covid 19. Meritano alcuni rapidi cenni le iniziative promosse, in particolare, dagli ICC di Bruxelles e di Londra. 

L'Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles ha voluto valorizzare una rassegna curata dal Centro per il libro e la letteratura dell'Università di Padova intitolata "Di-segni e di parole" che tenta di interpretare, attraverso la parola ed il segno in video-interviste a 5 diversi illustratori italiani, il senso di 5 parole in questo contesto particolarmente significative della lingua italiana (libertà, natura, silenzio, libro e segno). 

Un’altra iniziativa, promossa assieme al locale Comitato italiani all'estero (Comites) e coordinata dal disegnatore italo-belga Antonio Cossu, ha inteso ripercorrere, attraverso un libro a fumetti, la storia e le esperienze vissute negli ultimi 70 anni dall'emigrazione italiana in Belgio. Un libro che, essendo prevalentemente destinato a ricordare una pagina della nostra storia di popolo di migranti, sarà il primo di una serie ambientata nei diversi paesi di approdo dei nostri connazionali. Una collana in fieri che potrebbe anche diventare nel prossimo futuro propedeutica per affrontare la storia dei "nuovi italiani" e della più recente immigrazione nel nostro paese.

Inoltre, con la video intervista a Steven Carollo, un giovne scrittore-sceneggiatore di video games, si è cercato di andare alla scoperta di un linguaggio nuovo utilizzato nei video-giochi che, come nel passato per i fumetti, pongono oggi figli e genitori spesso in una certa tensione. Si viene a scoprire così uno strumento di comunicazione che utilizza un "italiano video-ludico" e che, in determinate circostanze, rappresenta un elemento essenziale se non addirittura la chiave di volta del gioco stesso. Vengono proposti esempi di nuovi video che, come moderni "Scarabeo", utilizzano la parola come elemento essenziale per accedere al livello superiore e procedere nel gioco. Questa video-intervista stimola peraltro interessanti spunti di riflessione sulle possibili sinergie da sviluppare tra i diversi strumenti informatici sempre più utilizzati dai giovani (a fortiori ora con la limitazione dei nostri movimenti) e le forme di didattica a distanza, ivi comprese quelle della lingua italiana. Non a caso queste nuove forme di insegnamento si apprestano ad essere attivate da istituzioni tradizionali, come la Dante Alighieri, con l'introduzione nel 2021 di una nuova piattaforma linguistica per l'insegnamento in e-Learning dell'italiano all'estero. 

L'ICC di Londra per la XX Settimana della lingua italiana nel mondo ha invece proposto, tra le varie attività, una reinterpretazione a fumetti del breve racconto "L'odore del diavolo" di Andrea Camilleri. L’iniziativa, curata dal disegnatore italiano, da tempo residente in Inghilterra, Massimo Fenati, ha coinvolto 15 illustratori e fumettisti italiani e non (prevalentemente anglofoni), cui è stato proposto di reinterpretare graficamente – ciascuno secondo i propri stile e cultura – una parte del racconto di Camilleri. Con poco più di 15 tavole il libro riesce ad esaltare la ricchezza creativa che scaturisce dalle diversità culturali. Un fenomeno di felice collaborazione nel campo della grafica, peraltro già positivamente sperimentato in Inghilterra negli Anni Sessanta, quando per oltre 12 anni il designer italiano Germano Facetti svolse il ruolo di Art Director della Penguin Books rivoluzionando con il suo team, in uno stile che si potrebbe definire "italico", le copertine dei prestigiosi libri tascabili simbolo della cultura inglese nel mondo. 

Da questa trasposizione in fumetti del romanzo di Camilleri derivano alcune riflessioni collegate, se ve ne fosse ancora bisogno, all'importanza, per la nostra lingua, di potere contare su una ricca panoplia di dialetti (se non di lingue vere e proprie) coesistenti sull'intero territorio italiano. Il fenomeno Camilleri e il successo della sua letteratura dialettale sono stati ampiamente studiati. Eppure, continua a destare stupore la fortuna, pressoché planetaria, di un "prodotto culturale" che usa un linguaggio idiomatico la cui traduzione necessita, ben più dell'italiano, di una profonda conoscenza delle culture e delle tradizioni dei diversi territori. Di qui anche l'importanza della complementarità tra i dialoghi e l'ambientazione cinematografica nel caso delle serie televisive del Commissario Montalbano. La complementarietà tra parola ed immagine, uno dei fulcri del libro curato da Fenati, è emersa come aspetto essenziale anche in altre analoghe occasioni, ad esempio per il film di disegni animati "La famosa invasione degli orsi in Sicilia" realizzato, sul testo di Dino Buzzati, nel 2019 in Francia da Lorenzo Mattotti. Questi ha voluto dedicare personalmente particolare attenzione alla fase di doppiaggio in Italia proprio per sfruttare appieno la diversità di inflessioni e di espressioni dialettali per arricchire la versione italiana. 

Infine, tra i tanti enti e soggetti coinvolti in questa Settimana, va segnalato il significativo contributo fornito in Italia dal MiBACT. Oltre a proseguire nella pubblicazione di una serie di libretti (giunti oramai ad oltre 50 titoli) a fumetti ambientati nei più diversi musei italiani per promuovere l'accesso dei ragazzi alle aree museali del nostro paese, il Ministero ha promosso la realizzazione di una serie di video-interviste a noti personaggi del mondo dell'illustrazione e del fumetto per spiegare, da vari punti di vista, "Il Mestiere del Fumetto" (cosí come recita il titolo dell'iniziativa).

Iniziative entrambe meritorie che, tuttavia, sarebbe opportuno integrare migliorando  l'accesso e la fruibilità del sito istituzionale del MiBACT anche ai non italiani attraverso l'uso di altre lingue. Con la traduzione dei libretti sui musei i ragazzi di tutto il mondo potranno viaggiare virtualmente nel sito internet del ministero in attesa di visitare l’Italia, in un turismo dall'estero che ci si augura possa riprendere presto il suo flusso normale. Un salto di qualità da compiere auspicabilmente in tempi brevi e non tanto e non solo per soddisfare finalità di promozione turistica ma per affermare ulteriormente come la cultura, oltre a costituire un patrimonio da valorizzare in termini economici, sia una fondamentale risorsa strategica o di “soft power” per il nostro Paese.

Quali conclusioni trarre da un'iniziativa recente e così ricca di eventi in tutto il mondo (peraltro consultabili sui siti della vasta rete degli IIC all'estero e del MAECI) ?

Si può senz'altro registrare un positivo segnale di novità nella volontà di superare un certo approccio tradizionale o ortodosso (da collegare alla "purezza della lingua italiana") nell'interpretazione della cultura da parte delle Istituzioni. 

Secondo una ricerca del 2018 la lingua italiana risulta essere - malgrado la dimensione del paese, il suo relativo peso geopolitico e i non ingenti mezzi messi a disposizione per l’insegnamento e la diffusione all'estero - al quarto posto tra le lingue più studiate al mondo. Una prova che la scelta di imparare o approfondire la conoscenza della nostra lingua non ha una motivazione utilitaristica, bensì racchiude una forte  componente di vicinanza o attrazione culturale di importante significato.

In modo similare, malgrado la grave crisi economica mondiale iniziata con l'adozione di misure protezionistiche prese da un numero sempre più crescente di paesi che limitano il commercio internazionale ed amplificatasi con l'espandersi e il protrarsi degli effetti pandemici del Covid 19, i dati delle esportazioni del nostro paese continuano, specie in alcuni settori, a registrare risultati confortanti. Una conferma della capacità di attrazione, della desiderabilità che continuano a suscitare i prodotti italiani, tanto da essere tra quelli maggiormente imitati o soggetti alla contraffazione a livello internazionale.

Di qui la necessità di partire da questi (ed altri) punti fermi per affrontare con metodo ed impegno un complesso e lungo periodo di ricostruzione che parta anche da un rilancio ambizioso dell'immagine del nostro Paese all'estero.

Il Governo ha stanziato quest'estate un importo significativo (circa € 40 milioni) per promuovere un'immagine rinnovata dell'Italia del post Covid nel mondo; una gara è attualmente in corso per selezionare una serie di interventi che rispondano a questi nuovi criteri della promozione all'estero del nostro Paese. 

Chissà se tra le proposte che perverranno alla commissione aggiudicante ve ne saranno alcune che prenderanno spunto da quanto emerso da questa XX Settimana per la promozione della lingua italiana nel mondo? Le nuove campagne promozionali dell'immagine dell'Italia nel mondo dovranno essere comunque capaci - così come hanno dimostrato di essere in grado di fare illustrazioni e fumetti - di suscitare emozioni attraverso il racconto di storie che rappresentano oggi, come nel passato, il modo più vero ed efficace per creare empatie e coinvolgere così l'interesse di un numero crescente e diversificato di persone.

Un'ultima riflessione: così come molti stranieri scelgono autonomamente di studiare la nostra lingua per mera attrazione culturale oppure così come molti prodotti italiani sono acquistati o imitati all'estero perché fortemente desiderati, molti "non italiani" scelgono di essere (o sono potenzialmente pronti a diventare) "italici" cioè persone intimamente attratte dalla nostra cultura e che condividono gran parte dei nostri valori identitari. Pur non necessariamente esprimendosi nel nostro idioma (e tanto meno nei nostri dialetti) essi comprendono e interpretano correttamente e senza bisogno di traduzione (in quanto non "lost in translation") il senso del nostro fare e dire. Un mondo che, secondo stime fatte (vedi Piero Bassetti "Svegliamoci Italici - Manifesto per un futuro glocal", Marsilio, 2015), rappresenta un universo di almeno 250 milioni di persone che presto potrebbero diventare una community culturale e valoriale, con evidenti ricadute positive per tutto ciò che richiama l’immagine della nostra Penisola.

Questa XX Settimana della lingua italiana nel mondo sarà certamente piaciuta agli italici perché, come abbiamo visto, ha lanciato messaggi "cross-border" nuovi e coraggiosi. Italici che rimangono in attesa delle Settimane che si organizzeranno nel prossimo futuro per essere ancora di più co-protagonisti di questi eventi.

Concludendo.

Il fumetto (in inglese "comics") tradizionalmente racchiude il testo scritto in nuvolette ("balloons") che metaforicamente spingono il lettore a "pensare oltre", a rivolgere liberamente lo sguardo in alto all'infinita distesa dell'immaginazione. Viene quasi spontaneo a questo punto citare, vista la recente riedizione del suo "Il Nuvolario - principi di Nubignosia" (ed. la Nave di Teseo, 2020), Fosco Maraini che può essere definito contemporaneamente italiano ed italico. Uno scrittore oltremodo creativo che, come è stato rilevato, "delle parole, aveva concezione altissima, tanto da inventarle" (cfr S. Salis in un articolo de Il Sole 24 Ore del 2 agosto 2020). Nel contempo un intellettuale poliedrico, colto e curioso, che, spaziando a proprio agio tra diverse materie e viaggiando tra vari continenti, per formazione culturale F. Maraini era in possesso di un humour inglese che lo faceva eccellere in forme letterarie, quali la parodia o lo stile ironico, poco frequentate da scrittori e letterati nostrani. Alla fine del suo breve trattato sulle nuvole, l'invito rivolto al lettore a guardare le nubi "per godere sempre più intimamente le bellezze e le meraviglie del Creato, Evoluto o Eterno che sia" potrebbe essere rivolto a tutti gli italici che desiderano avvicinarsi o approfondire con questo spirito la conoscenza delle variegate ricchezze cromatiche della lingua italiana. 

Appuntamento, quindi, alla prossima Settimana per la promozione della lingua italiana nel mondo !

 

Carlo Barbieri

Socio Fondatore Ass. Svegliamoci Italici.