L’italiano e la rete, le reti per l’Italiano

Pubblichiamo l'abstract dell’intervento del Presidente Sergio Mattarella agli "Stati Generali della Lingua Italiana nel mondo".

La terza edizione degli Stati Generali (che si svolge ogni due anni) è stata organizzata quest’anno a Roma, il 23 ottobre. L’obiettivo dell'iniziativa è quello di promuovere la lingua italiana all’estero, dando impulso al rinnovamento e alla modernizzazione degli strumenti di divulgazione.

L’evento è stato organizzato dal MAECI in collaborazione con il MIUR, l’Accademia della Crusca e l’Ambasciata della Confederazione Elvetica. Il tema prescelto è lo stesso della XVIII Settimana della Lingua Italiana nel mondo (15 - 21 ottobre): “L’italiano e la rete, le reti per l’Italiano”. Il tema ha offerto l’occasione per:

  • riflettere sull’evoluzione della lingua italiana, sulle piattaforme informatiche e sulle potenzialità educativo-didattiche legate alla rete
  • valorizzare le differenti “reti fisiche” che diffondono la nostra lingua all’estero (Istituti Italiani di Cultura, scuole italiane, cattedre presso Università straniere, Società Dante Alighieri, la rete dei connazionali all’estero)
  • presentare gli ultimi dati sulla diffusione dell'italiano nel mondo (al 21esimo posto in termini di persone che la parlano nel mondo, ma al quarto posto tra le lingue più studiate dopo inglese, spagnolo e cinese).

Intervento Presidente Sergio Mattarella

Dopo i saluti introduttivi, il Presidente Mattarella ha ricordato l’importante ruolo della lingua italiana nel valorizzare l’eredità  artistica e culturale della nostra civiltà presso le comunità globali, che spesso sono solo virtuali.

Ha poi ricordato l’impegno che Piero Bassetti ha sempre profuso per mantenere unita e per far dialogare la comunità degli Italici sparsa nel mondo:
“Le reti dell’italiano nel mondo vanno dunque certamente al di là di accezioni consuete e includono italiani, italofoni e italofili: quella grande comunità di “italici” ai quali Piero Bassetti, non da oggi, chiede di rivolgere i nostri sforzi e la nostra attenzione.

A chi appartengono lingua e cultura italiane?

Per definizione ogni cultura ha natura e vocazione universale. Dunque non ha confini.

La civiltà italica ha influenzato ed è alla base di civilizzazioni numerose. Linguaggi come quelli della musica e delle arti figurative sono strettamente intrecciate al portato umanistico espresso, in lingua italiana, dalla letteratura...

La intensità di rapporti raggiunta ormai a livello internazionale suscita, per quanto riguarda la civiltà italica, un crescente interesse. Vi è, in misura particolare, una vera e propria “fame” di Italia. A questo occorre saper corrispondere con efficacia e senso del presente.

Non partiamo dal nulla: le comunità di origine italiana all’estero sono i primi, naturali, “moltiplicatori di italianità”, antenne capaci di ritrasmettere sia il forte carattere della tradizione, sia il Paese di oggi con la sua cultura, con il suo modo di vivere, di produrre e di lavorare, con la sua capacità di innovazione.

Un altro moltiplicatore, capace di rilanciare importanti rapporti con Paesi lontani è rappresentato dalla domanda di conoscenza dell’italiano che proviene dalle comunità estere presenti sul territorio nazionale. Per coloro che sono giunti in Italia di recente, la lingua rappresenta il primo strumento nel cammino di integrazione

Oltre due milioni e centomila persone in tutto il mondo  ogni anno, scelgono di studiare la nostra lingua perché “sanno” che si parla di italiano e in italiano nella musica, nel cinema, nell’arte, nel mondo letterario, nella vita di molte imprese, come anche nella moda, nello sport, nella cucina e in tanti altri campi. Ognuno di questi settori funge da fonte di ispirazione e avvicina potenziali amici alle molteplici espressioni della nostra civiltà

Senza dimenticare, peraltro, che lo studio della lingua italiana all’estero è una precondizione per attrarre talenti che contribuiscano a far crescere le competenze e le capacità del nostro Sistema Paese nel suo complesso….

Serve, ora, uno scatto in più che veda una presenza in rete dell’italiano più capillare, attraente e innovativa”...

Nel sito del Quirinale puoi leggere la versione integrale dell’intervento.

Segnaliamo infine l'articolo di Niccolò D'Aquino pubblicato su "La Voce di New York".