La lingua italiana come forma di appartenenza

Rieccomi in Olanda, precisamente a Leida dove ho incontrato Chiara, una ragazza di origine olandese con una passione per l’Italia. Il suo contatto con l’italianità avviene molto presto grazie alle annuali vacanze italiane con la sua famiglia sin da quando era piccola. 

I falò, lo stile di vita e il campeggio sul lago di Bolsena fanno letteralmente innamorare Chiara del Belpaese, interesse che non smetterà di crescere e consolidarsi. Spinta da questa inarrestabile passione per la cultura italica, dopo un’esperienza in Italia come ragazza alla pari, Chiara decide di iscriversi alla facoltà di Lingua e Cultura Italiana presso l’Università di Leida. È proprio attraverso lo studio dell’italiano che finalmente asseconda quel desiderio di appartenenza che sin da subito l’aveva fatta sentire connessa con il mondo italico. La lingua, d’altronde, fa parte di quel codice socio-culturale che permette di distinguere e identificare come tali i componenti di una certa comunità. È proprio dallo studio di una lingua che ha inizio la più profonda conoscenza del tessuto sociale di un popolo ed è su di essa che si basa l’identità di una Nazione. Studiando il linguaggio e il lessico si scoprono le radici e le contaminazioni di un popolo, curiosità geografiche, eventi storici che hanno caratterizzato la storia un Paese, così come sviluppi e innovazioni. Si potrebbe, infatti, definire il linguaggio come uno strumento di unione e identificazione che favorisce l’integrazione di un individuo all’interno di una comunità in maniera quasi automatica. L’Italia, per quanto colorata sia grazie all’eterogeneità delle sue regioni, usanze e pietanze, può dirsi unita da tutti quei particolari che rendono unico il nostro Paese: dall’abolizione del cappuccino dopo mezzogiorno alla sacralità dei pasti in famiglia. Può la conoscenza linguistica essere riconosciuta come una forma di appartenenza ad una Nazione? Può una lingua definire il concetto di nazionalità? Questa riflessione sul linguaggio ci porta inevitabilmente a ragionare intorno al concetto di nazionalità e al suo riconoscimento legale e culturale. E ancora una volta, ciò che emerge è l’idea di patriottismo insieme ad un senso di appartenenza che non sembra lasciarsi definire né da un foglio di carta, né da un passaporto, bensì da un sentimento, lo stesso che lega Chiara all’Italia.