Birra italiana: record per export e produzione

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Nel 2017 la produzione di birra ha toccato il massimo storico di 15,6 milioni di ettolitri, di cui 2,7 milioni destinati all’export (+7,9%) altro record storico.

Negli ultimi anni la diversificazione delle birre artigianali ha portato novità interessanti apprezzate dai consumatori che hanno accresciuto la loro cultura sul prodotto.

La birra contribuisce allo sviluppo dei territori in modo sostenibile, attraverso la valorizzazione delle risorse umane e naturali, favorendo l’espansione di una filiera allargata. Al pari del vino, diffonde una cultura di prodotto distintiva, identitaria e valoriale, in grado di adattarsi e rispondere ai nuovi linguaggi e stili di vita.

Il malto che viene fornito a molti dei birrifici italiani viene prodotto da orzo coltivato sul territorio italiano con tecniche innovative (la produzione è cresciuta nel 2017 di 2.500 tonnellate, arrivando al massimo storico di 75.800 tonnellate).

La peculiarità del settore birrario nazionale sta nella sua variegata realtà fatta di birrifici grandi, medi e piccoli, distribuiti su tutto il territorio nazionale. Anche la filiera distributiva è in fase di trasformazione: il canale Horeca diventa sempre più luogo di esperienza in cui il prodotto comunica in maniera dinamica e innovativa, mentre nella grande distribuzione si affacciano nuovi player, anche digitali, che trasformeranno il settore nel futuro.

In Italia, esiste un patrimonio di conoscenze e competenze su materie prime, ingredienti e tecnologie produttive che va messo sempre più a frutto rafforzando le collaborazioni con centri accademici e di ricerca al fine di sviluppare l’eccellenza del prodotto e della filiera agricola.

Non è un caso che da decenni, la maggioranza delle grandi marche internazionali, abbia scelto di produrre e commercializzare le proprie birre in Italia, investendo sui marchi storici italiani che sono disponibili in tutto il Paese e che vengono esportati in decine di mercati esteri.

Interscambio commerciale

Circa 140.000 occupati, considerando l’indotto allargato, hanno realizzato un fatturato pari a 2,9 miliardi (+1,8%), il consumo pro-capite in Italia si è attestato sui 31,8 litri annui pro-capite segnando il nuovo record.

Nel 2017 le esportazioni hanno raggiunto il massimo storico (2,7 milioni di ettolitri), in crescita del 7,9% rispetto al 2016. In termini di mercati, l’area UE ha assorbito oltre 2 milioni di ettolitri di birra prodotta in Italia (72% dell’export totale), con la Gran Bretagna ancora nettamente in testa con 1,4 milioni di ettolitri seguita da Francia e Paesi Bassi. Fra i paesi extraeuropei, al primo posto gli USA (217.827 ettolitri) che precedono Australia e Albania.

Il 2017 ha registrato un sensibile calo dell’import, diminuito del 9,1% rispetto al 2016. Ancora una volta il principale esportatore di birra nel nostro Paese è stata la Germania, con oltre 2 milioni di ettolitri (il 31% del totale dell’import italiano), seguita da Belgio (23,7% dell’import), Paesi Bassi (11,5%), Regno Unito, Polonia, Danimarca, Francia, Slovenia, Austria, Repubblica Ceca, Irlanda, Spagna, Romania, Grecia.

Anche nel 2017 si è confermato un trend in atto da diversi anni: la supremazia del consumo in casa rispetto a quello fuori casa (più del 60% degli acquisti ha riguardato il settore della distribuzione moderna e tradizionale). In Italia, quasi una birra su due viene bevuta nel periodo che va da Maggio ad Agosto.

Microbirrifici

Il settore della birra artigianale ha registrato recentemente un boom. Il prodotto artigianale, in quanto non filtrato, non pastorizzato, esalta al meglio le qualità nutrizionali del prodotto e risulta molto ricco di vitamine e sali minerali.

In tutto il Paese sono nate nuove realtà imprenditoriali per gran parte giovanili. I micro birrifici superano quota 850 impiegano 3.000 addetti e si suddividono in birrifici artigianali (693) e brew pub (162).

La quota di mercato a loro associabile è del 3,2%, per un produzione complessiva di 483.000 ettolitri. La Lombardia  guida questa speciale classifica con 134 organizzazioni, seguono Piemonte (80), Veneto (74) e Toscana (63), mentre la regione del Centro-Sud con più strutture è la Campania (55).

Il mondo delle birre artigianali sa realizzare prodotti di nicchia e molto particolari: birre aromatizzate, o quelle che prodotte con una percentuale molto alta di mosto d’uva in aggiunta al mosto di birra.

Questa diversità dei prodotti ha portato una ventata di novità anche nel mondo della ristorazione. Oggi non è più un tabù abbinare anche alle portate più importanti una bevanda come la birra, soprattutto quella artigianale.

La creatività e la diversificazione che stanno caratterizzando il settore, la capacità di esplorare caratteristiche sensoriali al di fuori degli schemi tradizionali, ha portato alla nascita  di un nuovo stile birrario (Italian Grape Ale) primo stile birrario riservato all’Italia dalle classificazioni internazionali  con un ingrediente che deriva dalla filiera dell’uva.

Fonte: Assobirra