Musica e medicina

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Lo scorso 19 aprile, presso il Museo del Violino di Cremona si è tenuto il convegno “Musica e medicina: dal benessere alla cura”, che ha visto la partecipazione di numerosi studiosi e ricercatori. L'appuntamento è stato utile ad affermare il valore curativo della musica per diverse patologie. 

 

Numerosi studi sulla popolazione di diversi Paesi hanno dimostrato che il consumo culturale individuale incide sull’aspettativa di vita e che coloro che fruiscono raramente di eventi culturali presentano un rischio di mortalità del 60% più alta. Alcuni studiosi affermano che frequentare concerti, teatri, cinema e mostre aumenti la qualità della vita dell’individuo. 

“La musica guarisce l’anima e il corpo. Lenisce il dolore e rigenera vita. Siamo grati e onorati di ospitare questo importantissimo evento, che si pone nella scia di quello dello scorso anno e rappresenta davvero un’occasione unica in Italia”, ha sottolineato il Sindaco di Cremona e Presidente del Museo del Violino, Gianluca Galimberti. “Questo approccio rigoroso e scientifico a un tema di enorme interesse come la cura attraverso la musica è un approccio vincente e di grandissimo valore. Dove quindi questa storia bellissima poteva essere raccontata? A Cremona, nella città della musica e dei violini e nel tempio che è il nostro Museo del Violino. Questa scelta di parlare di musica e medicina a Cremona, ha concluso Galimberti, “è connessa anche a percorsi virtuosi che la nostra città sta facendo. Uno di questi valorizza i progetti che connettono musica e strumenti, con un’attenzione forte alla formazione e all’innovazione. Un altro è connesso all’impegno sulla salute con particolare attenzione agli anziani e un lavoro forte sulla cura delle fragilità, lavoro che unisce centri di cura, percorsi di assistenza, istituzioni sociosanitarie e università”.

Dal 2011 la Fondazione Salvatore Maugeri e Consigliere di ICS Maugeri SpA Società Benefit ha messo a punto un laboratorio in grado di sperimentare, con rigore scientifico, strategie d’intervento basate sull’utilizzo del suono e della musica. Gli studi mostrano sviluppi interessanti e tracciano esempi virtuosi utili a portare beneficio reale ai pazienti. L'evento che si è tenuto a Cremona fa seguito a un ciclo di tre incontri organizzati da Fondazione Bracco con la collaborazione scientifica di Istituti Clinici Scientifici Maugeri IRCCS di Pavia, Conservatorio di Musica G. Verdi di Milano, Museo del Violino di Cremona.La letteratura scientifica sta confermando il potere curativo della musica, già noto nell’antichità e nella mitologia. Nel corso dei secoli la musica è diventata oggetto di interesse in ambito medico e neuroscientifico. Attualmente, solide evidenze scientifiche supportano l’idea che la musica possa essere considerata un efficace strumento di cura, in ogni età della vita e in numerosi ambiti clinici.


Michele Biasutti, PhD, Professore ordinario dell’Università di Padova ha affermato che le attività musicali condotte sugli anziani hanno avuto un effetto positivo sul loro umore, e sono state importanti per controllare i sintomi della depressione, ritardare il deterioramento delle funzioni cognitive e delle funzioni sociali. Biasutti ha curato anche un numero speciale di Frontiers dedicato all'impatto della musica sullo sviluppo e sul benessere degli esseri umani. Le sue ricerche riguardano anche la misurazione di funzioni cognitive negli anziani attraverso test con stimoli musicali come il Music Cognitive Test che è stato pubblicato nella rivista Psychology of Music.


Elena Flaugnacco, Neuropsicologa e Psicoterapeuta che collabora con il Centro per la Salute del Bambino, Trieste, ha invece raccontato come il training musicale sia in grado di migliorare significativamente le capacità di lettura nei bambini con dislessia: i bambini sottoposti al seguente studio sono stati divisi in due gruppi ed assegnati rispettivamente a classi di musica e pittura, due ore a settimana per la durata di 7 mesi. Grazie al training musicale, mentre la velocità di lettura è migliorata in entrambi i gruppi, soltanto in quello musicale è apparso un chiaro miglioramento nella precisione di lettura. Analogamente alla capacità di lettura, anche le capacità fonologiche sono migliorate e il gruppo musicale ha ottenuto un miglioramento maggiore nella memoria lavoro.

Barbara Sgobbi, Musicoterapista in neonatologia e terapia intensiva neonatale, ha spiegato come la musicoterapia nel contesto ginecologico, possa essere una valida modalità, per ridurre significativamente l’ansia preoperatoria delle pazienti sottoposte a Isterectomia Laparoscopica Totale: sebbene l’ansia possa senza dubbio essere gestita utilizzando farmaci sedativi, l’aumento di questi potrebbe produrre effetti negativi. La musica è sicura, ed è un adiuvante non invasivo per ridurre l’ansia nell’immediato periodo pre-procedurale.


Federica Impellizzeri, Psicologa, Neuropsicologa e borsista di ricerca presso l'IRCCS Neurolesi Bonino Pulejo di Messina, formata in NMT (Neurologic Music Therapy) ha esposto come le tecniche di NMT - musicoterapia neurologica – possano incidere sull’umore, la motivazione, lo stato emotivo e le funzioni cognitive nei pazienti afflitti da sclerosi multipla: è anche dimostrato che la musica può essere un aiuto per far riaffiorare immagini dalla memoria, elaborare le esperienze della vita, fissare nuovi obiettivi e ad affrontare le proprie paure.


Anna Rita Giovagnoli, Dirigente Neurologo Alta Specializzazione in Neurologica Cognitiva e Comportamentale e Neuropsicologia presso l’Istituto Carlo Besta di Milano, ha illustrato l’efficacia di un approccio integrato tra il farmaco memantina e la musicoterapia nel trattamento dei disturbi del linguaggio che possono insorgere nei pazienti affetti dal morbo di Alzheimer. Gli interventi sono durati 24 settimane, le sessioni sono state videoregistrate e i risultati hanno dimostrato che la musicoterapia come trattamento integrato ad altri farmaci è in grado di migliorare il profilo umano psico-comportamentale.


Ma i musicoterapeuti come possano selezionare la musica per effettuare delle terapie? Luca Manzoni, Professore Associato in informatica presso l’Università degli Studi di Trieste ha dimostrato che le tecniche di Machine Learning potrebbero diventare un importante strumento di supporto negli interventi di musicoterapia: questi metodi possono infatti fornire ai professionisti suggerimenti molto importanti nella scelta della tipologia di musica da far ascoltare ai pazienti, identificando i possibili fattori predittivi in grado di determinare un successo terapeutico. Innovazione, tecnologia, arte e ricerca si mescolano in virtuosi percorsi curativi.