Naked: teatro italico

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Oggi ci fermiamo ad Amsterdam, dove parleremo di teatro e italianità insieme alla protagonista di questo racconto, Carla Regina. Pianista e cantante lirica diplomata al conservatorio Verdi di Milano, nel 1998, in seguito ad un’opportunità lavorativa, decide di lasciare l’Italia e partire per l’Olanda, Paese che le offrirà grandi opportunità lavorative.

Fondatrice di Voice Actually e Direttrice artistica dell’Opera Viva Festival, Carla ha avuto sin dall’inizio l’obiettivo di promuovere la cultura italiana nel mondo. Questo perchè, nonostante i 25 anni di esilio, Carla si sente ancora profondamente legata alle sue origini italo-pugliesi e questo sentimento, talvolta ambivalente, emerge a chiare lettere nella sua più recente produzione teatrale, Naked. Scritto e interpretato dall’autrice stessa, Naked è uno spettacolo dedicato all’Italia e a tutti coloro che si trovano lontani dalla propria terra.

Lo spettacolo descrive in maniera inequivocabile l'essere italiano e come l’Italia venga percepita dalle altre culture, nel bene e nel male.

Nella scena d’apertura si respira l’aria della balera della Carmen, il clichè italiano perfetto di una cantante lirica che intona una canzone d’opera in un clima di festa.

“Italia, Italia ...sole, case, chiese, strade, vino, cibo, mandolino. Non hai nostalgia?”

Immediatamente, lo spettacolo prende un’altra strada; inizia infatti la descrizione del viaggio di una persona che ha lasciato il proprio Paese d’origine portandoselo però sulle spalle, “come fa una lumaca con il proprio guscio”. Questo è il racconto di Carla, la quale, solo allontanandosi, ha potuto scoprire sé stessa e prendere finalmente coscienza del fatto che quel bagaglio che si portava dietro da anni non era altro che la sua terra.

 “Io non so perchè e come ma io non appartengo a questo posto, io sono altro, sono diversa. Io non so cosa, ma io muoio qui. [...]

Me ne devo andare.

Ho fame di sapere chi sono, di essere chi sono. Chi? Ah, non lo so ancora. [...] Non scappo, vado in viaggio a cercare la mia identità”.

È in corrispondenza al riconoscimento di questo valore che Carla si è posta l’obiettivo di promuovere la cultura italiana in Olanda, ed è da queste parole che emerge tutta la sua fierezza: “Essere come siamo è un plus valore, abbiamo una cultura molto ricca, piena di sfaccettature e in tutti i campi, non solo nell’arte. L’essere italiano ti dà un modo di pensare, una forma mentis molto diversa e distintiva rispetto agli altri paesi e questo ci dà una marcia in più.”

Il sentimento di italianità di Carla si traduce in Naked, un’opera ispirata al Muziektheater, espressamente autobiografica e quindi legata alle sue origini pugliesi. Direttamente sul palcoscenico l’autrice si spoglia a poco a poco dei propri vestiti, se non della pelle, e si mostra al pubblico per quello che è, senza rimpianti, maschere o pregiudizi. Gli spettatori, così, assistono ad una sorta di viaggio introspettivo nelle memorie dell’autrice, le quali vengono parafrasate sotto forma di immagini, parole e soprattutto in musica: dalle cantate popolari della tradizione pugliese alle canzoni di Pino Daniele.

L’obiettivo di questo percorso è quello di cercare di rispondere alla domanda “Dov’è la casa?”; un interrogativo comune a tutti i migranti e che delinea un sentimento destabilizzante, il sentirsi con il piede in due scarpe non capendo più da che parte stare, quando torni nel tuo paese e inizi a sentirti come un turista. Venir giudicato dai propri connazionali per essertene andato, sentirsi straniero in un Paese dove ti devi ancora adattare.

Carla mi racconta che il più delle volte sono due le reazioni del pubblico a fine spettacolo: lo spettatore olandese è affascinato dalla ricchezza e diversità del patrimonio culturale italiano: “Rimangono in uno stato di profonda ammirazione, quello che loro chiamano bewondering”.

L’italiano, invece, si immedesima nelle vicende e si commuove. D’altronde, il percorso psicologico è per lo più lo stesso per tutti: prima il rifiuto, poi i ricordi, la malinconia dell’essere fuori, il desiderio di tornare e quella sensazione di non appartenere più ne da una parte nè dall’altra. Al fianco di tutto ciò, la necessità di avere un luogo di riferimento in cui sapere di poter tornare si fa sempre più grande e si scontra con i motivi che ti hanno spinto ad andartene, così come la nostalgia si scontra con la voglia di non tornare più.

Questo dualismo si evolve nel corso della rappresentazione e sembra risolversi a fine spettacolo. La casa non è un luogo fisico da mappare in qualche punto su una cartina geografica; si può essere a casa dovunque e in nessun luogo. Casa è il luogo dei ricordi che si trovano nella memoria ed è per questo che, anche se non torniamo, la casa ce la portiamo sempre con noi ovunque andiamo.

A causa dell’emergenza coronavirus, in Olanda fino al primo settembre tutti gli eventi pubblici sono stati cancellati. Dunque, l’Istituto Italiano di Cultura per i Paesi Bassi ha proposto a Regina di registrare nella sala dell’Istituto questa rappresentazione che l’autrice stava portando in tour prima dello scoppio della pandemia. Lo spettacolo completo è aperto e visibile a tutti direttamente a questo link: https://www.youtube.com/watch?v=T9ogGEfF69E

Buona visione!