Perseverance su Marte: una nuova pagina dell’esplorazione spaziale

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Lo scorso 30 luglio è partita, dal Kennedy Space Center, la missione NASA Mars 2020, che dopo 7 mesi di viaggio ha raggiunto la superficie di Marte. A bordo il Rover Perseverance, il piccolo elicottero Ingenuity e una importante nuova tecnologia italiana: il microriflettore LaRA (Laser Retroreflector Array) realizzato dall’Istituto nazionale di fisica nucleare.

L'arrivo del Rover Perseverance su Marte apre ad una nuova pagina dell'esplorazione spaziale che guarda alla vita fuori dalla Terra.  La discesa è avvenuta nel cratere Jezero, un grosso bacino che si pensa aver ospitato per lungo tempo un lago marziano e dove si indaga rispetto alla possibilità dell’esistenza di antiche forme di vita. L’atterraggio è stato seguito anche dalla Sardinia Deep Space Antenna (Sdsa) dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi).  

Perseverance si occuperà di raccogliere campioni di suolo marziano, che verranno portati sulla Terra entro il 2031. In questo arco di tempo verranno effettuati esami astrobiologici e geologici, sull'atmosfera marziana e sulla produzione di ossigeno; quest'ultima operazione sarà essenziale per assicurare una futura permanenza dell’uomo sul pianeta. Il rover è predisposto non solo per raccogliere ed esaminare campioni, ma anche per stoccarli in attesa che si realizzi la possibilità di portarli sulla Terra. Sono inoltre per la prima volta presenti anche alcuni microfoni e un piccolo drone-elicottero Ingenuity alimentato da pannelli solari, che sarà in grado di dimostrare la possibilità del volo in un ambiente dall'atmosfera così rarefatta.

Questa è la prima missione del programma Mars Sample Return di Nasa ed Esa, al quale l’Italia collabora con l'Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e con l'industria. Nello stabilimento di Leonardo a Nerviano (Milano) sono in costruzione i bracci robotici destinati a recuperare i primi contenitori con i campioni marziani nel 2026. Nella missione di recupero sarà centrale il ruolo del retroriflettore laser LaRA (Laser Retroreflector Array), costruito in Italia e progettato dall'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, che orienterà, attraverso un sistema simile a quello di un catarifrangente hi-tech, la raccolta dei contenitori di materiale marziano.

Fra i gruppi di ricerca che studierà i campioni raccolti, uno è guidato dall'Italiana Teresa Fornaro e ne fanno parte John Brucato e Giovanni Poggiali, tutti e tre dell'Osservatorio di Arcetri dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).

Da oggi si aggiunge una nuova e interessante pagina nella ricerca spaziale, sotto il segno dell’ingegno e dell’innovazione, anche, italica.