Politica e new media: il pensiero delle nuove generazioni

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Nel luglio 2020, l’associazione Globus et Locus ha stimolato la nascita di un laboratorio di riflessione e dialogo che vede la partecipazione di alcuni esponenti delle nuove generazioni, localizzati in Italia e all’estero. I ragazzi, dopo aver approfondito alcuni aspetti del glocalismo, sono stati chiamati ad interrogarsi su alcune delle tematiche ritenute centrali secondo la loro generazione. L’obiettivo è stato quello di analizzare con un approccio inedito, innescando un dialogo intergenerazionale tra esperti senior e lavoratori - studenti junior, i fenomeni generati dal glocalismo. La prima tematica oggetto di dibattito ha riguardato i nuovi media, intesi come strumento capace di condizionare i flussi politici.

Nell’era globale le comunicazioni e i mezzi di informazione sono in costante evoluzione e i loro effetti sulla società modificano anche i loro fruitori. Il laboratorio giovani promosso da Globus et Locus si è interrogato sul tema in dialogo con il Presidente Piero Bassetti e il Giornalista Niccolò d’Aquino, sviscerando le dinamiche di influenza che si dispiegano intorno ai nuovi strumenti della comunicazione digitale. Il discorso ha preso l’avvio dal commento di due articoli di cronaca che proponevano il caso Ferragnez (Chiara Ferragni e Fedez) come un valido esempio di personalità del web che, ricorrendo al loro potere mediatico, sono riusciti a mobilitare i loro numerosi sostenitori verso tematiche di carattere sociopolitico, mettendo quindi in atto forme inedite di potere. Politica e social appaiono sempre più interdipendenti: la politica si configura come un ring digitale generando personaggi politici sempre più simili ai protagonisti dello spettacolo, viceversa gli influencer giocano un ruolo sempre più centrale nello spostare “il sentiment” dell’opinione pubblica.

Quando si parla del rapporto tra social media e potere, una delle domande più frequenti è se siano stati i social media a modificare il linguaggio politico, spesso esacerbandolo, cambiandone le “piazze” di diffusione, o invece sia stata la politica a utilizzare i social media, trasformandoli nella nuova arena di confronto e discussione. “I luoghi della politica si sono nel tempo ampliati, non necessariamente sostituendosi, ma bensì affiancandosi. Dai circoli, si scendeva nelle piazze; dalle piazze al giornale, dalla radio alla televisione, fino al web dei nostri giorni. In questo crescendo di luoghi fisici e non, si nota il movimento dell’utente, cittadino/elettore: mentre prima era l’individuo ad andare al comizio o alla campagna elettorale per partecipare e raccogliere informazione, ora è la realtà politica che ti entra in casa, attraverso il messaggio televisivo o il tweet” - afferma Michela, partecipante al laboratorio giovani.

I social network hanno di fatto trasformato la realtà politica, che attraverso le numerose piattaforme online, può godere di una piazza sempre aperta dove poter tenere una perenne campagna elettorale. Si punta a suscitare emozioni e reazioni immediate, risposte veloci che hanno nella loro rapidità di diffusione una non sottovalutabile potenza. Con i social network ci troviamo di fronte ad un tempo di azione-reazione unico e continuo. La comunicazione, con il realizzarsi del glocalismo, è andata incontro ad un profondo cambiamento strutturale: in passato esternare l’indignazione o l’approvazione verso fatti geograficamente lontanissimi, avveniva in tempi molto dilatati, oggi tutto è commentabile in tempo reale. Questo rapporto spazio-tempo azzerato ci pone in una dimensione in cui distinguere tra politica e influencing è particolarmente difficile.

Sempre più spesso gli influencer giocano un ruolo da protagonisti nel battersi sulle questioni dirimenti per i diritti umani, evidenziando un problema di natura strettamente politica. Questa dinamica è rivelatrice di come il rapporto politica – nuovi media non possa limitarsi solo all’utilizzo di linguaggio o strumenti diversi. “Se a creare dibattito su questioni come ad esempio la comunità LGBTQIA, sono solo gli influencer, allora vuol dire che il problema è a monte. Il vero problema non è solo il linguaggio politico, ma è politico. Che ruolo ricopre la politica in merito ai grandi temi?” - afferma Marianna. “I nuovi media come ogni mezzo di comunicazione sono intrecciati al potere e alla politica. Non dimentichiamoci che nelle primavere arabe Twitter e Facebook hanno avuto un ruolo centrale nell’organizzazione delle rivoluzioni. Ci troviamo a maneggiare strumenti utili a creare aggregazione politica e a stimolare dibattito politico”  

Aggiunge Giorgia: “Se è vero che la politica deve stare tra la gente, e circa 43 milioni di italiani utilizzano i social per circa 12 ore al giorno, è giusto che la politica abiti le piazze virtuali di Facebook e Twitter. È giusto poter dibattere tra i post di Instagram, imparando a leggere i bisogni delle persone e le loro esigenze. Ascoltando in maniera inedita i cittadini del mondo – utenti del web e sfruttando i nuovi media a favore del benessere della società”.

C’è da specificare che i nuovi media non sono a disposizione dei soli influencer, ma anche la politica se ne serve. La politica si è accorta che la tecnologia della comunicazione ha introdotto un nuovo medium e si sta adoperando ad utilizzarlo, spesso modificando le classiche dinamiche caratterizzanti i processi politici.  Fare politica oggi significa influenzare, avere potere, avere consensi? Tutti questi elementi sono in comune tra politica e influencer. Guardare gli scenari sociali contemporanei, significa accettare una fluidità politica maggiore rispetto al passato. Affermare che gli influencer di oggi siano anche politici, perché influenzano, generano consenso, hanno potere e mobilitano le masse, è una grande acquisizione. La presenza dei Ferragnez sul web ha, nella capacità di influenzare milioni di followers, sensibilizzare l’opinione pubblica e racimolare consensi attraverso alcuni post, una grande potenza di matrice politica.

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Questo articolo nasce dalla rielaborazione e la sintesi degli interventi dei ragazzi partecipanti all’incontro di riflessione “New media e potere” tenutosi nell’ambito del percorso “Laboratorio di riflessione giovani”. Il contributo nasce dalla collaborazione generosa di tutta la rete dei ragazzi coinvolti.