Nel 1994 Niccolò d’Aquino ha curato il primo studio sui giornali, le radio e le Tv italiche sparse per il mondo e ne ha individuate circa 400 (non tutte utilizzavano per comunicare la lingua italiana).
Dieci anni dopo, nel 2005, realizzando la seconda edizione si è reso conto che le testate erano, in realtà, 700 e davano lavoro a circa 2.000 operatori della comunicazione. Questo straordinario patrimonio non è mai stato messo insieme, ed è un vero peccato.
“Gli italiani, a differenza di altre culture non riescono a fare rete. Ed è un peccato. Perché tutti gli Studi ci dicono che se ci mettessimo seriamente a fare una politica di rete, avremmo un posto a livello internazionale ben diverso da quello che abbiamo adesso”.
Recentemente Niccolò d’Aquino ha curato anche il volume “La rete Italica” in cui approfondisce e aggiorna le sue riflessioni sui valori di riferimento degli Italici.