L'Italia del Père-Lachaise; vite straordinarie degli italiani di Francia e dei francesi d'Italia

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Presentato quasi in contemporanea a Parigi (Ambasciata d'Italia 7 febbraio 2020) e a Roma (Palazzo Farnese, 10 febbraio 2020), questo libro, promosso dal Comites (Comitato Elettivo degli Italiani residenti all’estero) in Francia e dal Consolato d’Italia di Parigi, rappresenta un'interessante testimonianza della profonda e storica relazione culturale tra i nostri due paesi, attraverso la vita di una sessantina di personalità. 

Conosciuti o più o meno noti al grande pubblico, questi personaggi sono stati seppelliti nel cimitero monumentale della capitale francese. Si tratta di un'opera originale e innovativa che, partendo dalle loro biografie, racconta e testimonia la lunga amicizia tra i due popoli. Non solo italiani di origine, ma anche italiani di "cuore", cioè francesi che hanno avuto profondi rapporti con il nostro Paese e hanno amato e divulgato in Francia valori tipici della civiltà italiana o, meglio, "italici". Musicisti (come Rossini o Bellini), cantanti celebri, italiani o non, (Ivo Ivi/Yves Montand, Maria Callas o Georges Moustaki), pittori (Modigliani), artisti dello spettacolo (attori o anche artisti circensi), imprenditori (come i fratelli Bugatti, l'editore Del Duca o il pasticciere gelataio Tortoni). Per finire, ma non meno importanti, profughi per motivi politici o etnico religiosi, accolti in Francia per sfuggire a momenti estremamente bui della nostra storia. Una testimonianza di un grande contributo, di uno scambio culturale di reciproca importanza per entrambi i paesi.

"I cimiteri sono i luoghi dove si conservano le memorie di una civiltà", ha rimarcato Corrado Augias nel suo intervento a Palazzo Farnese. Questo libro ha il merito non solo di ricordare e mantenere viva la memoria di tutti coloro che l'hanno meritata, ma anche di evidenziare l'influenza "italica" in Francia, un paese, a noi molto più vicino di quanto a volte possa apparire o vogliano fare apparire le recenti e ripetute tensioni.

Ancora oggi - a conferma della grande capacità della Francia di accogliere e valorizzare talenti - diversi italiani svolgono attività rilevanti e ricoprono ruoli di prestigio e responsabilità nel paese. Oltre una ventina di top manager italiani lavorano in Francia e non solo in grandi gruppi di punta del lusso e della moda, ma anche nel settore automobilistico (Luca De Meo, Ceo di Renault), nella finanza, nell'industria e, "udite udite", nella formazione (Enrico Letta, Dean della Paris School of International Affairs a SciencesPo) e nella cultura (Teresa Cremisi a capo del gruppo editoriale Flammarion, Claudia Ferrazzi dal Louvre all'Eliseo nominata nel 2017 consigliera per la Cultura del presidente Macron, Chiara Parisi direttrice del Centre Pompidou di Metz). Interessante constatare come non solo le multinazionali francesi si stiano aprendo a top manager stranieri, ma tra questi la scelta cada spesso sugli italiani che, a parità di competenze, paiono più adatti a gestire la complessità e risolvere situazioni difficili. Capacità che sembra privilegiare anche la scelta verso top manager di genere femminile! Un esplicito apprezzamento della capacità di gestione degli imprevisti dei dirigenti italiani educati al pensiero complesso che appare (in quanto squisitamente "italico") del tutto complementare a quello cartesiano. 

Nel suo saluto e nel congratularsi per l’iniziativa editoriale presentata, l’ambasciatore Christian Masset ha tra l’altro ricordato come proprio a inizio 2020 sia stato nominato membro dell’Académie Française Maurizio Serra, scrittore e diplomatico italiano. Il primo straniero a sedere tra i “40 Immortali”!

Un libro, quindi, che può essere definito "un'opera italica". Suo merito è, infatti, quello di evidenziare come tutte queste personalità abbiano superato nella loro vita il concetto ristretto di nazionalità per approdare ad una visione più aperta, comprensiva sia della loro parte italiana che del mondo francese. Sono così diventati soggetti facenti parte di una comunità più ampia, quella stessa comunità che è alla base del pensiero di Piero Bassetti, volto a promuovere con il suo Manifesto “Svegliamoci Italici” (1) forme di contaminazioni culturali e dialoghi tra civiltà più compatibili, se non anche più coerenti, con il rapido sviluppo di società e di un mondo sempre più globalizzati, interconnessi e multimediali.