Mattarella al consiglio Ue: la pace come paziente collaborazione tra i popoli

Lo scorso 27 aprile il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha pronunciato difronte all’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa a Strasburgo un lungo e articolato discorso di pace. 

Fonte: Council of Europe

Il Presidente Sergio Mattarella ha aperto il suo discorso ringraziando l'Assemblea che, costituita da 46 Paesi membri e rappresentando 700 milioni di cittadini europei, si mostra a tutti come un simbolo che esprime nella sua pienezza il sentimento di unione e di dialogo dei popoli europei. “Il Consiglio d’Europa ha sempre avuto la vocazione a essere la “casa comune europea” e ha saputo svilupparla nei decenni che hanno fatto seguito alla sua istituzione. Una casa che, se è stata specchio fedele delle divisioni e delle difficoltà manifestatesi fra le diverse comunità nazionali, ha saputo essere anche espressione del coraggio di unità dell’Europa, spesso prefigurando quanto si è potuto successivamente costruire, come la Unione Europea".

Il consiglio d'Europa nel corso della sua storia ha saputo raggiungere importanti traguardi di civiltà, come l'abolizione della pena di morte, la libertà di espressione e la tutela della diversità culturale. 

"Penso alla Carta Sociale Europea contro le disuguaglianze e le povertà, lanciata in Italia, a Torino, nel 1961. Questi sono risultati impareggiabili della costruzione tenace di una casa comune quale il Consiglio d’Europa. Progresso per centinaia di milioni di cittadine e di cittadini europei, fieri di ritrovarsi sempre più in un unico demos. Il Consiglio d’Europa è figlio di quella spinta al multilateralismo basata su una considerazione elementare: la collaborazione riduce la contrapposizione, contrasta la conflittualità" ha dichiarato Mattarella nel corso del suo discorso. 

"Come ci ricordava Robert Schuman << la pace non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano >>. Se perseguiamo obiettivi comuni, per “vincere” non è più necessario che qualcun altro debba perdere. Vinciamo tutti insieme. L’esempio è stato contagioso, tanto da far diventare Strasburgo la meta obbligata di quanti raggiungevano libertà e indipendenza, per rafforzarle e consolidarle. È stato così in diversi casi; ma, naturalmente, per stare insieme occorre rispettare le regole che ci si è dati."

Il Presidente Mattarella è poi intervenuto sulla questione del conflitto in Ucraina: "Non è più il tempo di Paesi che pretendano di dominarne altri. Di fronte a un’Europa sconvolta dalla guerra nessun equivoco, nessuna incertezza è possibile. La Federazione Russa, con l’atroce invasione dell’Ucraina, ha scelto di collocarsi fuori dalle regole a cui aveva liberamente aderito, contribuendo ad applicarle. La deliberazione di questa Assemblea parlamentare - del Consiglio d’Europa - di prendere atto della rottura intervenuta è coerente con i valori alla base dello Statuto dell’organizzazione, che indica la strada di una unione più stretta delle aspirazioni comuni dei popoli europei. La responsabilità della sanzione adottata ricade interamente sul Governo della Federazione Russa. Desidero aggiungere: non sul popolo russo, la cui cultura fa parte del patrimonio europeo e che si cerca colpevolmente di tenere all’oscuro di quanto realmente avviene in Ucraina. Non si può arretrare dalla trincea della difesa dei diritti umani e dei popoli. Si tratta di principi che hanno saputo incarnarsi nella storia della seconda metà del ‘900 e, a maggior ragione, devono sapersi consolidare oggi”.
 

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