L’italico che non ti aspetti

Incredibile ma vero, ne abbiamo trovato uno anche qui, sulle montagne del Vietnam settentrionale, a pochi chilometri dal confine cinese. Contro ogni pronostico, persino Ha Giang, dove di italiani residenti pare non esserci l’ombra, ha il suo italico.  

Si chiama Mr Hung e lo incontriamo alla Tea House di Hao, dove siamo ospiti in questi giorni: è un suo amico di vecchia data e, appena scopre da dove veniamo, tempesta l’ingegnere di domande sulla sua salsa di pormodoro, come la chiama lui. Lui che, ci dice, ha imparato a cucinare da un nostro connazionale e ora preferisce le nostre ricette a quelle vietnamite.

Proprietario di un’agenzia turistica in città, di un homestay e altri due in gestione lungo il loop, il giro tra i monti per cui i turisti accorrono qui a frotte, Hung ha avuto una vita avventurosa e tormentata, di quelle che non stonerebbe sul giornale dove lavora la grafomane. Nato in campagna, non aveva mai visto uno straniero prima di trasferirsi a Sapa, dove a 16 anni ha cominciato a lavorare come cameriere in un ristorante dopo l’altro, fino ad approdare al Delta, il primo italiano in città. Qui ha imparato a fare la pasta fresca (con le uova d’anatra), le fettuccine alla boscaiola (che lui non pronuncia proprio così, ma va bene lo stesso), la carbonara senza funghi (applausi), il tiramisù, la pizza. Poi qualcosa è andato storto: prova l’oppio oggi, l’eroina domani, tra i 25 e i 29 anni il nostro è finito in prigione tre volte, è uscito, si è disintossicato, ha cambiato vita. Ora è vegetariano, non beve, è attivo nella creazione di posti di lavoro per le minoranze etniche dei villaggi più poveri. Il suo sogno è quello di aprire un ristorante italiano ad Ha Giang, dove ancora non ce ne sono. “Per mangiare la pizza bisogna andare a Sapa o ad Hanoi. E anche per comprare il formaggio, che qui non si trova”, dice l’insospettabile estimatore del gorgonzola. Nell’attesa, al ristorante dell’homestay ci sono in menu alcune delle sue specialità. “Ma la tua salsa di pormodoro è meglio della mia”, dice all’ingegniere. Tra un paio di giorni siamo invitati a cena: cuciniamo noi.

 

A cura di Rum on the run