15 luglio 2019

International Round Table: Global Civilizations, Identities and Violence

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Il 15 luglio, presso il Palazzo del Consiglio regionale del Veneto, si è tenuto l’evento “International Round Table: Global Civilizations, Identities and Violence”, organizzato dall’associazione Globus et Locus.

Con la collaborazione del Consiglio regionale del Veneto, della Fondazione Venezia per la Ricerca sulla Pace, del Dipartimento di studi storici dell'Università Statale di Milano, del DFBC (Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali) dell'Università Ca' Foscari di Venezia, del Dipartimento di studi umanistici dell'Università di Trieste e di Schola italica, e in occasione della pubblicazione del numero "Civilizations and Globalizations" dalla rivista Glocalism, Globus et Locus ha tenuto, lo scorso 15 luglio,  la tavola rotonda «Global Civilizations, Identities and Violence».
Gli interventi, provenienti da personalità del mondo accademico, politico e diplomatico, hanno messo in luce, con approcci diversificati, alcune caratteristiche e problematicità legate al concetto di civilizzazione.

L’incontro è stato aperto da Brugo Pigozzo, Vicepresidente del Consiglio regionale del Veneto, che ha sottolineato come la globalizzazione abbia portato ad una crisi delle antiche strutture, compresa quella di Stato-nazione, dando vita a nuovi soggetti e nuovi protagonisti.
“C’è bisogno di pensare globalmente e agire localmente, capire di essere parte di un mondo globalizzato, gestendo la realtà locale e rispettandone le principali caratteristiche e aspettative, senza venir meno ai doveri di solidarietà che ci legano alle altre regioni e instaurando un doveroso dialogo con tutti i paesi che si affacciano sul Mediterraneo.


Anche per il Ministro Plenipotenziario Enrico Granara del Ministero degli Affari Esteri parlare di civilizzazioni significa oggi “promuovere tutte le possibili forme di dialogo tra le identità collettive attraverso il Mediterraneo”. Egli ha poi evidenziato l’anacronismo della visione nichilista di ISIS DAESH, ossessionata nel far rispettare la sua sola identità. “Un approccio assolutamente assurdo al mondo interconnesso di oggi. La storia della civiltà è fatta di scambi e connessioni tra gruppi consapevoli dei propri bisogni, limiti e aspirazioni. Sintetizzando in un solo concetto, si potrebbe affermare che la storia delle civilizzazioni è fatta dalle loro identità collettive”.


Il presidente dell’Associazione Globus et Locus, Piero Bassetti, nel suo intervento ha citato il libro di Benedict Anderson, mettendo in luce come la glocalizzazione, fenomeno inteso come rapporto tra funzioni globali e dimensioni locali, necessiti di nuove “Comunità Immaginate”. 
Da anni l’Associazione Globus et Locus analizza e approfondisce il fenomeno del glocalismo, focalizzandosi sulla civilizzazione italica che, come ha spiegato il Presidente Bassetti, “non è un'identità e un’appartenenza nazionale, etnico-linguistica o legale-istituzionale, ma piuttosto è essenzialmente antropologico-culturale e funzionale. Si stima che la comunità italica sia composta da circa 250 milioni di persone, variamente distribuite in tutto il mondo e variamente ibridate, persone che, oltre ad appartenere alla loro comunità nazionale di residenza, sono anche più o meno consapevoli di essere parte di una comunità di sangue, cultura, sentimento, che attribuisce loro, un’identità più profonda e stratificata. Si parla di una nuova comunità che deve essere "inventata" (Anderson) e che vogliamo risvegliare”. 
Sono questi alcuni dei contenuti del libro di Piero Bassetti “Svegliamoci italici!” ora tradotto in tre lingue: inglese, spagnolo e portoghese. “In termini concreti, l’italicità non sostituirà nell’immediato lo Stato-Nazione, ma richiederà agli Stati di comprendere aspettative e bisogni di coloro che appartengono a questa civiltà. A tal proposito, pur non avendo una struttura imperiale, come nel caso della Gran Bretagna, la civilizzazione italica potrebbe essere organizzata ispirandosi a quell'istituzione fluida che il popolo inglese chiama Commonwealth”.


Davide Cadeddu, docente dell’Università degli Studi di Milano, coordinatore della tavola rotonda, ha spiegato da dove scaturisce la necessità di riflettere sulla tematica delle civilizzazioni: “La nascita delle comunità virtuali, lo sviluppo delle identità ibride e mobili, come quella italica, hanno reso il concetto di società sempre più complesso. Interrogarsi sulle civilizzazioni, che sono caratterizzate da una natura polimorfa e da una storia interdisciplinare, può portare a ragionare correttamente sulle nuove dinamiche globali che si occupano di esprimere una diversa idea di “limite” e che, tuttavia, a volte danno forma a conflitti”.


Hans Köchler, professore dell’Università di Innsbruck, in un passaggio del suo discorso ha distinto i concetti di Stato e di Nazione: “Nazione e Stato nell’inglese contemporaneo sono interscambiabili, in realtà in tedesco sono due concetti ben diversificati. Il primo è strettamente legato all’identità culturale di un paese, mentre il secondo si rifà all’organizzazione politica del popolo sul territorio, alle leggi e ai confini che lo regolano. Storicamente i territori sono stati organizzati in Stati culturalmente omogenei, portando di fatto a far coincidere la Nazione con lo Stato. La globalizzazione sta scardinando questo fatto storico contribuendo alla nascita di Stati sovra-identitari composti da comunità culturalmente differenti. Attualmente non esiste più una sovrapposizione tra identità culturale, identità nazionale e cittadinanza. Una risposta a questa complessa situazione può essere rintracciata nei Paesi dell’Asia: ad esempio, la Repubblica di Singapore si propone come territorio multiculturale, multietnico e pluri-identitario a cui l’Europa potrebbe ispirarsi”.


Come annunciato da Davide Cadeddu a conclusione dell’evento, gli interventi che hanno animato il dibattito verranno pubblicati in un apposito volume. Approfondimenti su queste tematiche sono state pubblicate anche nell’ultima edizione della rivista “Glocalism: Journal of culture, politics and Innovation” dedicata al tema "Civilizations and Globalizations".