La pittura del maestro di Sansepolcro, spaziosa e razionale, sintetizza gli ideali artistici del primo Rinascimento. Estimatore di Donatello e Masaccio e grande esperto della tecnica dell'affresco, Piero della Francesca applica con rigore matematico le regole della prospettiva, esaltando la qualità astratta delle sue opere.
La Russia non conserva alcuna capolavoro dell’artista simbolo del Quattrocento italiano ed è un evento eccezionale poter ammirare nella Sala del Picchetto del Palazzo d'Inverno 11 dipinti e 4 manoscritti sulla matematica e la prospettiva.
La mostra “Piero della Francesca. Il monarca della pittura” raccoglie capolavori provenienti dall’Italia e da importanti musei europei:
- Madonna di Senigallia (Galleria Nazionale delle Marche, Urbino)
- Annunciazione” (Galleria Nazionale dell'Umbria, Perugia)
- San Girolamo e un devoto (Gallerie dell'Accademia, Venezia)
- San Nicola da Tolentino (Museo Poldi Pezzoli, Milano)
- San Michele (National Gallery, Londra)
- Ritratto di Sigismondo Malatesta (Louvre,Parigi)
- Ritratto di giovane (Museo Thyssen-Bornemisza, Madrid)
- Sant'Agostino (Museo Nazionale d'Arte Antica, Lisbona).
Nel 1454 i suoi concittadini gli commissionano il Polittico destinato all'altar maggiore della chiesa degli Agostiniani. Il grande dipinto è stato smembrato nel Cinquecento, la Madonna col bambino centrale è andata perduta, mentre i pannelli laterali che raffigurano Sant'Agostino, San Michele, San Giovanni Evangelista e San Nicola da Tolentino, sono oggi custoditi a Lisbona, Londra, New York e Milano.
La straordinaria Resurrezione del Palazzo Comunale di Sansepolcro è stata definita dallo scrittore Aldous Huxley "la più bella pittura del mondo".
Per il duca Federigo del Montefeltro ha realizzato alcune delle sue opere più celebri: il dittico con i ritratti dei duchi, Federigo e la moglie Battista Sforza (Firenze, Galleria degli Uffizi), la Flagellazione (Urbino, Galleria Nazionale dell'Umbria), la Sacra Conversazione per la chiesa di San Bernardino con il celebre ritratto in armatura del duca Federigo (Milano, Pinacoteca di Brera).
L’interesse per la prospettiva
Giorgio Vasari nel suo libro “Le vite dei più celebri pittori, scultori e architetti” scrive di “scritti di cose di geometria e di prospettive, nelle quali non fu inferiore a niuno de’ tempi suoi, né forse che sia stato in altri tempi giammai”.
Piero della Francesca ha tentato di ricondurre all'essenziale e misurabile regolarità delle forme geometriche l'infinita varietà del mondo. Ha scritto alcuni trattati:
- Trattato dell'Abaco, manuale di matematica elementare
- De prospectiva pingendi, trattato ricco di disegni e inteso come guida pratica alla prospettiva
- Libellus de quinque corporibus regularibus, dedicato a Guidobaldo duca di Urbino.
La mostra di San Pietroburgo propone il “Trattato d'abaco” della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, “Archimede di spiralibus”, raccolta di trattati del matematico greco in cui è stata riconosciuta la mano dell'artista toscano, ma soprattutto le due uniche testimonianze quattrocentesche in volgare del “De prospectiva pingendi”, una prestata della Biblioteca Palatina della Pilotta a Parma e la seconda della Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia.
Opere di Piero della Francesca