La trentaseiesima edizione del Romaeuropa Festival è una delle più ricche di sempre: 83 compagnie in scena, 516 artisti provenienti da 15 Paesi diversi, 206 repliche in 16 spazi sparsi su tutta Roma, questi i numeri da capogiro che caratterizzano l’evento.
Una vera e propria festa di rinascita che abbraccia musica, teatro, danza, circo ma anche arte digitale e produzioni indirizzate al pubblico dell’infanzia. La rassegna propone arti performative caratterizzate da una forte carica visionaria, contaminazioni sonore e linguistiche ma anche la narrazione di un presente inedito, fatto di fragilità emerse con il dilagare della pandemia.
Il festival ripropone, attraverso molteplici stimoli, riflessioni e voci, numerosi dei valori alla base della civilizzazione italica: ecosostenibilità, inclusione, attenzione al tema identitario. L’iniziativa dimostra di saper essere un’ottima lente d’ingrandimento attraverso la quale poter leggere con una rinnovata sensibilità tutte le complessità che caratterizzano il nostro quotidiano.
“Partecipare insieme dal vivo a un evento di danza, di musica, di teatro, di arti digitali, induce a una elaborazione culturale comune, reciprocamente stimolante e compiuta. Il pubblico che ascolta, segue, applaude, critica, respira, è un fattore insostituibile di crescita dello spettacolo”, ha dichiarato il Presidente della Fondazione Romaeuropa Fabiani all’agenzia AISE.
“Questa è la nostra identità, questa è la nostra storia”, ha confermato il direttore Grifasi, “questo è il nostro sguardo su un presente complesso; un nuovo presente nel quale ci affacciamo con il bagaglio del nostro percorso e che attraverso gli occhi delle artiste e degli artisti proviamo a scoprire. Ma questo presente possiamo affrontarlo grazie alle lavoratrici e ai lavoratori del mondo dello spettacolo. Un mondo reso particolarmente fragile nel corso di questi due anni e che vogliamo ringraziare e sostenere”.
Nasce così un programma che oltre a dare spazio a tutti quegli eventi che non hanno visto la luce a causa dell’emergenza sanitaria, offre una serie di nuove proposte volte alla rivitalizzazione delle collaborazioni internazionali ma anche ad una nuova generazione di artiste ed artisti italiani e stranieri portatrice di nuovi linguaggi, istanze e pensieri. Una linea all’insegna dell’ibridazione, della commistione e dell’arricchimento culturale, un festival dal forte sapore glocal.
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