La collezione della Triennale comprende 1.600 oggetti di design italiano, dal 1927 ad oggi: arredo, complementi, elettronica (modelli della collezione Giovanni Sacchi, disegni di Alessandro Mendini, artefatti grafici che ripercorrono la storia delle sue 21 edizioni, fotografie e libri, capi e cartamodelli della Collezione Nanni Strada, disegni e progetti grafici della Collezione Sirio Galli, materiali grafici relativi al design italiano degli anni Settanta-Novanta).
L’allestimento - organizzato in ordine cronologico e ideato dal direttore Joseph Grima - mette in risalto 200 oggetti rappresentativi della creatività italiana e fornisce approfondimenti su storia, poetica e contesto in cui le opere sono state progettate.
L’esposizione, inaugurata l'8 aprile in concomitanza con il Salone del Mobile, prende in esame gli anni d’oro del design italiano, dal dopoguerra al 1981. Tra gli oggetti che raccontano questi trent’anni di sperimentazioni:
- radio Brionvega
- lampada 'Falkland', nota come Lampada-calza, di Bruno Munari (1964)
- Olivetti Lettera 22 (1969)
- poltrona Proust, pezzo di design postmoderno progettata da Alessandro Mendini (1978)
- sedia superleggera di Giò Ponti (1955).
Il titolo della mostra 'Episodio 1' ricorda che questa è solo la prima tappa di un progetto più ampio e a lungo termine. Il Museo del Design sarà terminato definitivamente nel 2022, nell’ambito di una riorganizzazione della Triennale.
L’obiettivo è duplice: arricchire la collezione attraverso politiche d’acquisizione mirate e ampliare gli spazi destinati al Design in Triennale.
“Prima ancora di essere un luogo di custodia e salvaguardia della memoria storica del design italiano” - afferma Joseph Grima - “l’ambizione del Museo del Design Italiano è quella di essere un luogo di ispirazione, secondo il senso più antico della parola museo”.
Apertura al pubblico: 9 aprile 2019